Il Nazareno, quartier generale del Pd, è preoccupato. E il mood nelle stanze del segretario Zingaretti è questo: c’è una intesa oggettiva tra...
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Franceschini preme su Di Maio perché abbandoni la linea autonomista e si attivi, lui che è ancora il vero capo del movimento, perché i 5 stelle facciano alleanze ovunque, nel voto regionale del 20 settembre, con la sinistra. Sennò, vince quasi dappertutto il centrodestra con ovvie ricadute politiche sul governo e dentro il Pd. L'incubo del partito zingarettiano è quello del ribaltone: 4 a 2 a favore degli avversari. Al momento il centrodestra, che ha raggiunto faticosamente l'accordo sulle candidature comuni tre giorni fa, ha buone possibilità di conferma, in Liguria e in Veneto. E sembra il meglio attrezzato per strappare alla sinistra la Puglia e le Marche. Al Pd resterebbero Campania - che è più di De Luca che del partito ormai inesistente al netto del governatore - e Toscana. Un risultato probabile e dovuto
all'incapacità della coalizione giallo-rossa di presentarsi unita anche a livello locale.
E questo rende Zingaretti assai nervoso nei confronti dei 5 stelle: “Devono decidersi a schierarsi insieme a noi, coerentemente con lo schema che esiste a livello nazionale di governo”. Basta insomma giochetti autoreferenziali e guerre intestine al movimento che rischiano di danneggiare tutto. Se finisce 4 a 2, Zingaretti rischia la segreteria e infatti da Gori ad altri già lo si vuole insidiare. E con il 4 a 2 si indebolisce Conte perché il centrodestra dirà in modalità spallata: gli italiani vogliono noi. A parte forse in Liguria giuria, M5S sta rendendo impossibile l'accordo con il Pd. “Che non avremmo potuto sostenere De Luca o Emiliano si sapeva”, ha spiegato il reggente pentastellato Crimi.
Ma il problema è appunto che il presidente della Campania, pur partendo favorito, si troverà contro il centrodestra unito ma anche i 5 stelle nell'area elettorale che era la loro roccaforte. E quello della Puglia, Emiliano, che invano per cinque anni ha alternato la carota (molto più) e il bastone con i grillini, dovrà affrontare anche la concorrenza del candidato renziano Scalfarotto, dato che Renzi ha deciso di allearsi con il Pd solo in Toscana, Marche e Campania, cioè dove la vittoria è più probabile.
Il 4 a 2 per il centrodestra potrebbe insomma portare il governo in minoranza sul territorio nazionale, rendere più probabili le elezioni anticipate e una nuova sconfitta, seguita da congresso, con inevitabile cambio di segreteria, per il Pd. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino