Omicidio a Vasto, il legale della vittima: "Ucciso dalla campagna di odio dei familiari di Roberta"

Omicidio a Vasto, il legale della vittima: "Ucciso dalla campagna di odio dei familiari di Roberta"
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«C'è stata una campagna di odio da parte dei famigliari di questa ragazza che è stata coinvolta in questo terribile incidente che purtroppo ha portato a questo risultato. Ora ne vediamo le conseguenze. Vedevamo manifesti dappertutto. Continui incitamenti anche su internet a fare giustizia, a fare giustizia. Alla fine c'è stato chi l'ha fatta. Si è fatto giustizia da sé. Tra l'altro dopo tempo, quindi una premeditazione».


A parlare per la famiglia D'Elisa è l'avvocato Pompeo Del Re. «Il percorso della giustizia stava andando avanti. Italo D'Elisa sarebbe dovuto comparire nei prossimi giorni davanti al gup. Ci era stata notificata - prosegue il legale - la fissazione di udienza preliminare, nel corso della quale si sarebbe dovuto decidere se disporre o meno il rinvio a giudizio».

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D'Elisa era indagato per omicidio stradale. «Ma a quanto pare - conclude Del Re - Italo è stato seguito, sono stati seguiti i suoi spostamenti e alla fine è stato ucciso. Sono stati esplosi più colpi di proiettile. È chiaro l'intento e la premeditazione da quanto si era verificato l'incidente».


LA GUERRA SUI SOCIAL È su quella rete, che il procuratore della Repubblica di Vasto Giampiero Di Florio bacchetta come luogo «dove la gioventù si affida a commenti spregiudicati», che si susseguono i commenti per l'uccisione di Italo D'Elisa. «Non conosco cosa possa essere scattato dentro ad un uomo giovane che per disgrazia ha perso la moglie che da poco ha sposato e che certamente ama alla follia - scrivono su Facebook - in giro, il popolo attonito e sbigottito, esprime dolore e vi sono coloro che giustificano il gesto, altri lo condannano». Oppure «si senta responsabile chi ha creato un clima di odio che nel caso di una mente debole per la perdita subita abbia contribuito a maturare sentimenti di vendetta». Si parla di «claque di morbosi che ha portato avanti una incomprensibile campagna di Giustizia in assenza di un procedimento entrato nell'aula del Tribunale e quindi di una discussione indirizzata. Questa claque doveva aiutare Fabio h24 a venirne fuori, invece gli hanno alimentato il sentimento della vendetta ogni giorno».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino