Nuovo Dpcm, ipotesi lockdown. Cts: «Variante inglese predominante, non riaprire palestre e cinema»

Basta con le misure annunciate due giorni prima della loro entrata in vigore. Il governo di Mario Draghi, dopo la bufera per lo stop in extremis agli impianti di sci,...

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Basta con le misure annunciate due giorni prima della loro entrata in vigore. Il governo di Mario Draghi, dopo la bufera per lo stop in extremis agli impianti di sci, vuole cambiare passo. Accelerare, è la parola d'ordine. Per questo il premier ha convocato una riunione con i ministri e gli esperti, iniziata alle 19. Si punta a definire il nuovo Dpcm con le misure anti-Covid, con netto anticipo rispetto alla scadenza di quello attualmente in vigore prevista per il 5 marzo. Il Cts scoraggia allentamenti delle misure e avverte: «La variante inglese a metà marzo sarà predominante».

Nuovo Dpcm zone, ipotesi nuovi parametri: più facile entrare in fascia rossa?

Alla riunione sono presenti i ministri Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico, Lega), Stefano Patuanelli (Agricoltura, M5S), Roberto Speranza (Salute, Leu), Dario Franceschini (Cultura, Pd), Maria Stella Gelmini (Affari regionali, FI), Elena Bonetti (Pari opportunità e Famiglia, Iv) e anche gli esperti Silvio Brusaferro (presidente Iss), Agostino Miozzo (coordinatore Cts) e Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di Sanità). 

Pericolo varianti

I tecnici sono stati invitati a Palazzo Chigi, in vista dei prossimi provvedimenti: le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico non cambiano rispetto alle scorse settimane, soprattutto alla luce degli sviluppi delle nuove varianti del virus. Il Cts aveva già messo in guardia nei giorni scorsi dai rischi di ulteriori contagi che potrebbero arrivare da eventuali riaperture di impianti da sci, palestre o cinema. 

Oltre il 30% delle infezioni Covid in Italia è dovuto alla variante inglese, hanno spiegato gli esperti dell'Istituto superiore di Sanità e del Cts al vertice con Draghi. Secondo gli scienziati, verso la metà di marzo la variante sarà predominante in tutto il Paese. 

«Abbiamo rappresentato al presidente Draghi i dati e i numeri dal punto di vista scientifico noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente. Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un'altra occasione. Venerdì ci sarà una nuova fotografia della situazione, poi vedremo», ha detto il coordinatore del Cts Agostino Miozzo lasciando Palazzo Chigi insieme a Locatelli e Brusaferro.

Ieri il primo vero Cdm del governo Draghi ha prorogato lo stop agli spostamenti tra regioni fino al 27 marzo e introdotto il divieto di visitare parenti e amici in zona rossa. Domani alle 13.30 il ministro della Salute Speranza svolgerà in Parlamento le sue comunicazioni, per una interlocuzione tra governo e Camere sul provvedimento. Lo ha deciso la conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama. La votazione delle risoluzioni è prevista per le ore 17.30.

Nuovo Dpcm, gli scenari

Tramontata l'ipotesi di una unica zona arancione nazionale, proposta dal presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, nel governo si discute se rimodulare i 21 parametri che decidono le fasce dei colori. Tra le ipotesi, quella di dare più peso alla pressione su ospedali e terapie intensive, rispetto all'indice di diffusione del virus Rt. Una modifica in chiave restrittiva, per far fronte alle varianti di Covid sempre più diffuse nel Paese, potrebbe rendere più facile entrare in fascia rossa. 

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Il Gazzettino