«Un'organizzazione borderline di personalità con capacità intellettive al limite». È questa la patologia di cui soffrirebbe Lucio, il 17enne...
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Nel decreto di convalida del fermo il gip ritiene che sussista un pericolo di fuga, c'è la possibilità che «egli non rimanga coerente in quel suo atteggiamento rispetto alla vicenda e si renda irreperibile magari anche per cercare di risolvere a suo modo la situazione di totale avversione sociale che avverte nei confronti suoi e della sua famiglia».
Lucio, che oggi è stata trasferito nel carcere minorile di Bari, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi. Nelle otto pagine del provvedimento, il giudice minorile evidenza come il 17enne «non manifesta cenni di reale senso di colpa dovendo essere portato a prendere coscienza della gravità del fatto con un percorso trattamentale altamente specialistico, nell'ambito del quale saranno tenuti in debita considerazione anche gli aspetti scolastici e formativi».
Tutti elementi comunque che secondo il magistrato «non possono portare in ogni caso a ritenere in questa fase che» il ragazzo «non fosse pienamente in grado di intendere e di volere nel momento in cui ha commesso l'azione delittuosa». «È evidente - conclude - che allo stato non è possibile soddisfare le esigenze cautelari con misure meno gravi, mentre proprio un contesto totalizzante, pienamente regolato e separato come quello dell'I.P.M può consentire di creare le condizioni minime per la profonda ricostruzione della personalità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino