Morire di setticemia dopo un intervento chirurgico in ospedale sembra assurdo e invece non lo è affatto. L’ultimo caso arriva proprio dal Mazzini di Teramo dove...
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L’intervento all’ospedale Mazzini doveva servire per inserire una protesi al femore sinistro dopo la frattura che Mario si era causato con una caduta in casa. Un brutto incidente domestico, certamente, ma come tanti altri e nessuno avrebbe mai immaginato l’epilogo. Nessuno, infatti, avrebbe mai e poi mai sospettato che sarebbe entrato in ospedale per non uscirne più da vivo. La rabbia dei familiari, adesso, è tanta. Ma soprattutto è tanta la voglia di capire cosa sia successo veramente e come abbia fatto Mario a prendere quell’infezione batterica che lo ha portato alla morte. E’ lo scorso 29 settembre quando Mario si frattura il femore sinistro. Con i familiari da Castelnuovo Vomano viene portato a Teramo in ospedale e ricoverato in Ortopedia. La diagnosi non dà alternative e così il 5 ottobre viene operato per l’inserimento di una protesi, ma il giorno seguente, il 6 ottobre, Mario comincia ad avere una febbre settica elevata. Nell’esposto – querela i familiari raccontano ancora che il 28 ottobre le condizioni del loro caro si sarebbero aggravate tanto da entrare in coma farmacologico. Fino alla morte per una presunta sepsi, avvenuta intorno alle 2 del mattino dell’altro ieri, il 4 novembre, dopo un blocco renale e un ulteriore peggioramento nelle ultime ventiquattro ore di vita. I Nas hanno già controllato la sala operatoria dove Mario è stato sottoposto all’intervento chirurgico e su ordine del pm titolare dell’indagine, Davide Rosati, sono state sequestrate le cartelle cliniche. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino