Caserta, mozzarella di bufala con latte adulterato: tre aziende sequestrate

Latte di mucca «avariato» trattato con la soda caustica e utilizzato per produrre la mozzarella dop. La pratica illecita, e potenzialmente pericolosa per i...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Latte di mucca «avariato» trattato con la soda caustica e utilizzato per produrre la mozzarella dop. La pratica illecita, e potenzialmente pericolosa per i consumatori, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Caserta nell'ambito di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha portato cinque persone agli arresti domiciliari, ovvero i fratelli Salvatore e Luca Bellopede, titolari del noto caseificio omonimo con sede a Marcianise, soci del consorzio di tutela, i fratelli Vincenzo e Antonio Croce, proprietari della Casearia Sorrentino Srl di Frattaminore (Napoli), e Gennaro Falconiero, amministratore del Caseificio San Maurizio Srl di Frattamaggiore (Napoli); le tre aziende sono state sequestrate e affidate ad un amministratore giudiziario.


Il gip Alessandra Grammatica ha poi emesso altre cinque misure interdittive del divieto di esercitare attività di impresa per sei mesi a carico del procacciatore d'affari Antonio Jean Ciervo, e dei quattro titolari di un grosso allevamento bufalino di San Potito Sannitico, che per gli inquirenti avrebbero venduto il latte delle bufale malate di Tbc animale (Tubercolosi) nonostante i capi fossero sottoposti alla profilassi dell'Asl di Caserta. Tra i reati ipotizzati l'adulterazione del latte utilizzato nel ciclo produttivo, la commercializzazione di prodotti alimentari potenzialmente nocivi per la salute, e la contraffazione di un marchio dop. Tra le condotte accertate, la consuetudine degli imprenditori coinvolti di miscelare il latte di mucca con quello di bufala per produrre la mozzarella dop, invece di usare solo quello delle bufale campane come prescrive il disciplinare di produzione; ma anche la pratica pericolosa di conservare per giorni il latte in silos, anche durante i periodi estivi, per poi aggiungere la soda caustica usata per lavare i pavimenti onde abbatterne la carica batterica e farlo passare indenne alle analisi di laboratorio.




  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino