Leucemia mieloide acuta, oltre 2000 casi l'anno: necessaria per i pazienti l'assistenza psicologica

Leucemia mieloide acuta, oltre 2000 casi l'anno: necessaria per i pazienti l'assistenza psicologica
I malati di leucemia mieloide acuta hanno bisogno di assistenza psicologica. Sono 2000 le persone l'anno ai quali è diagnosticato questo tumore che ha origine nel...

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I malati di leucemia mieloide acuta hanno bisogno di assistenza psicologica. Sono 2000 le persone l'anno ai quali è diagnosticato questo tumore che ha origine nel midollo osseo ed il 64% dei pazienti è privo di alcuna assistenza psicologica. E' necessario invece, per una corretta presa in carico dei pazienti, migliorare la diffusione di test genetici, potenziare le cure integrate e assicurare assistenza psicologica. A fotografare l'attuale situazione dei pazienti che soffrono di questa malattia e a evidenziarne le necessità è HemaNet, un progetto promosso da Isheo e Favo (Federazione associazioni di volontariato in oncologia).

 

 

 

 

 

Non tutte le regioni posso garantire la giusta assistenza sanitaria

 «Il test per individuare mutazioni del gene FLT3 - spiega Luca Arcaini, direttore dell'Uoc di Ematologia del Policlinico San Matteo di Pavia - ha un importante significato clinico perché questi pazienti presentano una prognosi peggiore, con un aumento di incidenza di recidiva e per questo bersaglio molecolare esistono già farmaci mirati». Non tutti i Centri a livello regionale, però, hanno la possibilità di effettuare esami diagnostici e molecolari. «Il motivo per cui - afferma la senatrice Maria Domenica Castellone, membro della Commissione Sanità del Senato - il Decreto Ristori ha istituito un fondo di 5 milioni per il potenziamento dei test di Next Generation Sequencing per consentire il miglioramento dell'efficacia degli interventi di cura con specifico riguardo ad alterazioni molecolari che causano i tumori».

 

 

 

 

 

Necessarie la collaborazione tra i centri e l'assistenza psicologica

Accanto a questo, è necessario centralizzare la gestione della malattia «definendo un modello di stretta collaborazione tra centri Hub e Spoke, (cioè tra i grandi centri e quelli periferici) per garantire continuità assistenziale», osserva Gianluca Gaidano, ordinario di Ematologia all'Università degli Studi del Piemonte Orientale. Altro aspetto fondamentale riguarda la cura della sfera psicologica. «Il 64% dei pazienti intervistati - afferma Davide Petruzzelli, coordinatore Favo Neoplasie Ematologiche - ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna proposta di assistenza di questo tipo». Auspicabile a tal proposito conclude la senatrice Paola Boldrini, vicepresidente della Commissione Sanità del Senato, «stabilire un dialogo con le Istituzioni che stanno lavorando per valorizzare la figura dello psicologo, tenendo anche in considerazione anche i caregiver». 

 

 

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Il Gazzettino