«Se ci sono tutte le condizioni per fare tutti insieme una bella legge, con Fi e M5s, se le persone tornano a buon senso e ragionevolezza, lo vedremo. Non sono...
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«Ieri - continua l'ex premier - c'è stato un fallimento impressionante della proposta di legge elettorale che era stata condivisa dai cinque principali partiti, inclusa Sinistra italiana». Dopo la convocazione dei presidenti delle Camere al Quirinale, abbiamo deciso di provare di tutto per l'approvazione di una legge elettorale. Aver accettato l'accordo sul tedesco, che non era nella storia del Pd, è stato giusto, avevamo il dovere di stare dentro questo accordo».
«La soglia di sbarramento non mi ha mai tolto il sonno: una legge c'è, con soglia al 3% e all'8%. La legge c'è, ha bisogno di alcuni accorgimenti tecnici, secondo l'opinione dei più. Nessuno di noi chiede un decreto», spiega Renzi che garantisce «pieno sostegno al governo che sta lavorando sulle questioni reali, lo facciamo senza accettare le provocazioni».
Sulla legge elettorale non «dobbiamo fare un errore: il fallo di reazione.
Ancora: «I Cinque stelle sono stati inaffidabili come già era accaduto sulle unioni civili e su un'altra dozzina di provvedimenti. Sono inaffidabili per definizione. Hanno la stessa credibilità sulla legge elettorale di quando parlano di vaccini o scie chimiche. Non è il singolo punto sul Trentino Alto Adige ma il lavoro comune: se su un patto vieni meno, stai prendendo in giro gli italiani».
Poi Renzi fa l'«in bocca al lupo a tutti i candidati sindaco, soprattutto quelli del Pd e del centrosinistra. È fondamentale andare a votare. E in bocca al lupo a tutti quelli che faranno i sindaci, di tutti i partiti. In bocca al lupo a chi pensa che la politica sia fare proposte e non solo urlare: a inseguire le scie chimiche forse si prende qualche like, ma non si manda avanti il Paese. E noi come missione sociale abbiamo quella di mandare avanti l'Italia. Lo faremo con il sorriso e a testa alta convinti che gli italiani sapranno distinguere tra chi viene meno agli impegni assunti con i propri elettori e con gli altri partiti e chi si impegna ogni giorno per il Paese».
Infine Renzi commenta il voto nel Regno Unito: «Un anno dopo Brexit, la May è arrivata prima ma non ha vinto. Non ci sono le condizioni per una maggioranza da sola dei conservatori». «I laburisti con Corbyn sono andati ben sopra le aspettative. Corbyn adesso aprirà sicuramente un dibattito nella sinistra europea, tra quelli che diranno che il risultato è stato superiore alle aspettative perché c'era Corbyn e tra quelli che diranno che con un candidato più centrista i laburisti avrebbero vinto. Il dibattito appassionerà gli addetti ai lavori. Non c'è la controprova». «Il fatto è che la May ha perso i numeri per governare. I laburisti hanno fatto uno slogan bellissimo, giocando sul nome della leader conservatrice: 'June is the end of May'». Quanto all'«Ukip di Farage è sostanzialmente crollato al 3% e ci sono previsioni che potrebbe scendere ancora più in basso. Il populismo talvolta dura lo spazio di un paio di elezioni: in alcuni Paesi è accaduto, in altri lo vedremo».
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Il Gazzettino