Dal Mattarellum alle preferenze ecco cosa cambia dopo la sentenza

Dal Mattarellum alle preferenze ecco cosa cambia dopo la sentenza
Queste Camere sono legittime? I costituzionalisti interpellati dal Messaggero sottolineano che la Consulta non ha escluso dal...

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Queste Camere sono legittime?

I costituzionalisti interpellati dal Messaggero sottolineano che la Consulta non ha escluso dal Parlamento i deputati (circa 200) eletti con il premio di maggioranza. «Al momento delle elezioni vigeva una legge valida - dice il professor Cesare Mirabelli - Quindi l’effetto non è quello di una delegittimazione giuridica. Semmai c’è un indebolimento politico del Parlamento». A esludere la deligittimazione delle camere anche il riferimento della Corte a possibili interventi del Parlamento. Secondo il giurista Gianluigi Pellegrino, invece «ora il Parlamento è delegittimato. Nelle motivazioni, la Corte dirà il contrario. Ma l'effetto reale è quello di una potente delegittimazione delle Camere».



Preferenze, che succede?

«La verità è che per capire bene cosa succede sul fronte delle preferenze occorrerà leggere con attenzione il testo della sentenza e le sue motivazioni», dice un ex presidente della Consulta che non vuole essere citato. Già perché la Corte Costituzione ha detto esplicitamente che il sistema delle liste bloccate non è legittimo perché mancante delle preferenze che consentono all’elettore di scegliere il proprio rappresentante preferito. «Si tratta di una illegittimità di principio che rimette al legislatore la decisione da prendere», spiega il professor Mirabelli. Dunque, pare di capire, che in ogni caso il Parlamento sarà ”obbligato” ad intervenire.



Esiste l’ipotesi doppio turno?

«Per ora non si torna alla legge precedente, ossia il Mattarellum, ma si ha non tanto un ritorno ma una conferma del proporzionale senza premio di maggioranza», spiega il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida. Anche per Onida per capire bene la portata delle modifiche delineate dalla Corte sul fronte delle preferenze occorrerà leggere attentamente le motivazioni della sentenza. Per quanto riguarda una possibile nuova legge elettorale con il doppio turno - come in Francia o come per i sindaci - si entra in un altro campo: quello della politica o meglio della definizione degli equilibri dell’establishment che governerà l’Italia nei prossimi anni. Tutto ancora da scrivere.



Che sistema si applica ora?

La Consulta ha cassato il premio di maggioranza ma non l’impianto complessivo del Porcellum che è proporzionale. Ne consegue - anche qui il giudizio dei Costituzionalisti è unanime - che se si dovesse andare a votare domani si voterebbe con un sistema proporzionale. Forse non così proporzionale come quello della Prima Repubblica che prevedeva la ripartizione dei seggi fra i partiti che avessero eletto un deputato in almeno un collegio. Non è chiaro invece cosa succede sul fronte del potere degli elettori di scegliere i parlamentari. La Corte dice che, in un sistema di liste, occorre la preferenza. Ma per introdurre la preferenza ci vuole una legge.



Può tornare il Mattarellum?

«Contrariamente ad una opinione molto diffusa la Corte Costituzionale non ha bocciato il Porcellum per tornare al Mattarellum - sottolinea il costituzionalista Paolo Armaroli - Per fortuna, però, l’intervento della Corte non è stato da ”medico Pietoso” ma piuttosto drastico. E’ rimasto in piedi il proporzionale ma non il premio di maggioranza e viene sottolineata l’esigenza che l’elettore torni a scegliere i suoi rappresentanti parlamentari». Il Mattarellum è dunque uscito di scena? «Non è detto - sottolinea Mirabelli - Il Parlamento ora ha il dovere di provvedere sulla legge elettorale. Mai come questa volta è giusto dire che la palla passa alla politica».



Con quale legge voteremo?


A questa domanda i Costituzionalisti interpellati dal Messaggero, fatalmente, non hanno voluto rispondere. Ognuno ha le sue preferenze personali. «Non credo che il centrodestra italiano potrebbe accettare un doppio turno perché il suo elettorato non tornerebbe a rivotare», spiega Paolo Armaroli che in passato è stato anche deputato dello schieramento conservatore. Dal fronte politico, però, arrivano segnali diversi. Gli alfaniani nei giorni scorsi hanno fatto sapere di non essere pregiudizialmente contrari ad un doppio turno purché inserito in un sistema istituzionale efficiente. Molto dipenderà dall’esito delle primarie Pd. I renziani sono decisamente contrari al proporzionale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino