Le tasse non devono aumentare e quindi l'Iva non si tocca. Il rischio di un deciso rialzo dell'imposta sui consumi resta al centro delle tensioni della politica, anche...
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Brunetta: «Audizione Tria? Si è arrampicato sugli specchi per giustificare un fallimento»
L'obiettivo è di evitare rialzi ma tocca alla politica, è il messaggio, decidere il da farsi. «L'Iva non aumenterà» è una frase che il ministro dell'Economia non pronuncia mai. Nemmeno davanti alle commissioni che lo ascoltano sul Def - e alle opposizioni che lo incalzano - il titolare di via XX settembre si impegna, come ha fatto per cinque anni di fila il suo predecessore Pier Carlo Padoan, a escludere esplicitamente un innalzamento delle aliquote che per ora è nelle cose, nella «legislazione vigente», e domani si vedrà. Le clausole di salvaguardia, che per il 2020 pesano per 23,2 miliardi, sono da anni il capestro che taglia i margine di azione dei governi, stretti tra il contenimento dei conti e la necessità di spingere il più possibile la crescita con manovre espansive. Sarà la politica ad assumersi la responsabilità della scelta, dice il ministro, ma non a caso accompagna queste parole con il monito sulla necessità di «rispettare gli obiettivi di bilancio». Le risorse «ci sono sempre» il punto è scegliere «dove metterle». Più esplicita la vice Laura Castelli secondo cui nella prossima manovra ci sarà la «sterilizzazione dell'Iva» anche grazie al lavoro su spending, riforma Irpef e tax expenditures. L'Italia, assicura Tria, è fuori dalla recessione e ha fatto per il prossimo triennio stime «equilibrate» e in linea con le principali previsioni internazionali, in un quadro che risente del rallentamento di tutte le principali economie e che mostra, però, primi segnali «incoraggianti» di ripresa.
Roma però ha messo in cantiere uno sforzo «significativo» di aggiustamento dei conti che peserà sulla crescita, anche se il percorso è più lento, dice il ministro, contando su risultati migliori sia dei due decreti Sblocca cantieri e Crescita - che dovranno ripassare tra domani e dopo Pasqua in Consiglio dei ministri per l'approvazione finale - sia da possibili effetti di «retroazione positiva» di un eventuale calo dello spread.
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Il Gazzettino