«L'nvidia non c'entra. Non ci sono delitti commessi per questo», ne è convinto il criminologo Francesco Bruno, intervenuto nel dibattito...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Leggi anche > Fidanzati uccisi, De Marco agli inquirenti: «Li ho ammazzati perché erano troppo felici»
Per il delitto è stato fermato il giovane Antonio De Marco, che avrebbe confessato. «Una passione - prosegue - che talvolta può portare a un sentimento di odio nei confronti della donna, fino a uccidere, sia lei che il suo compagno. Un risentimento anche nei confronti di quello che è appunto il partner di una persona che vorremmo al nostro fianco e che non possiamo avere».
«A meno che - aggiunge - non fosse attratto da lui. In questo caso è plausibile che l'assassino non fosse evidentemente e scopertamente cosciente dei suoi sentimenti. Ma sia se fosse etero, sia omosessuale, la sostanza non cambia. In entrambi i casi parliamo di delitto passionale e non di invidia», conclude il criminologo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino