Fidanzati uccisi, il criminologo Francesco Bruno: «L'invidia non c'entra, è la passione il movente»

Martedì 29 Settembre 2020
Fidanzati uccisi, il criminologo Francesco Bruno: «L'invidia non c'entra, è la passione il movente»
«L'nvidia non c'entra. Non ci sono delitti commessi per questo», ne è convinto il criminologo Francesco Bruno, intervenuto nel dibattito sull'omicidio di Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta. Interpellato dall'Adnkronos, l'esperto ha ricordato che i moventi principali sono sempre stati due: passione o denaro. «Nel caso del duplice omicidio di Lecce credo si tratti di un problema di passione, vedo segni evidenti. Passione dell'assassino nei confronti della ragazza».

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Per il delitto è stato fermato il giovane Antonio De Marco, che avrebbe confessato. «Una passione - prosegue - che talvolta può portare a un sentimento di odio nei confronti della donna, fino a uccidere, sia lei che il suo compagno. Un risentimento anche nei confronti di quello che è appunto il partner di una persona che vorremmo al nostro fianco e che non possiamo avere». 

«A meno che - aggiunge - non fosse attratto da lui. In questo caso è plausibile che l'assassino non fosse evidentemente e scopertamente cosciente dei suoi sentimenti. Ma sia se fosse etero, sia omosessuale, la sostanza non cambia. In entrambi i casi parliamo di delitto passionale e non di invidia», conclude il criminologo.
Ultimo aggiornamento: 18:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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