Ferdinando Carretta è morto: nell'89 sterminò padre, madre e fratello a Parma. Poi la fuga e l'arresto

L'uomo aveva 61 anni ed era malato da tempo: viveva a Forlì da quando era tornato in libertà

Ferdinando Carretta è morto: nell'89 sterminò padre, madre e fratello a Parma
Morto Ferdinando Carretta a Forlì: l'uomo viveva lì da quando era tornato in libertà. Nel 1989, a Parma, uccise i genitori e il fratello. Venne...

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Morto Ferdinando Carretta a Forlì: l'uomo viveva lì da quando era tornato in libertà. Nel 1989, a Parma, uccise i genitori e il fratello. Venne rintracciato solo nove anni dopo, quando si era trasferito in Inghilterra.

Caretta, Masi, Erika e Omar, Diana e Tagliata: la lunga scia di delitti in famiglia

 

Carretta aveva 61 anni e abitava a Forlì, in una casa che aveva acquistato con l'eredità della famiglia. Lavorava per una cooperativa sociale e a quanto si apprende era malato da tempo.

LA STORIA

Il 4 agosto 1989 Carretta sparò ai suoi genitori e a suo fratello, uccidendoli, e ne nascose i corpi nel bagno. A seguire, indisturbato, procedette alla pulizia minuziosa della scena del crimine e, il giorno seguente, si liberò dei tre cadaveri occultandoli nella discarica di Viarolo, nell'allora comune di Trecasali, limitrofo a Parma; i corpi non furono mai più ritrovati.

 

Allo scopo di far credere a un allontanamento volontario dei genitori, guidò il camper di famiglia a un parcheggio di Milano, dove lo abbandonò, per poi espatriare nel Regno Unito, presso i cui servizi sociali si registrò con il nome anagrafico di «Antonio Ferdinando Carretta». A Londra, dove viveva, Carretta condusse una vita relativamente anonima, abitando in alloggi economici e svolgendo lavori di basso ordine, alternati alla riscossione dei sussidi di disoccupazione.

Il 21 novembre 1998 Carretta, mentre effettuava un servizio da pony express a Londra, fu fermato durante un controllo da parte della polizia metropolitana; l'agente che ne raccolse le generalità si ricordava del suo nome e dell'associazione a un caso di scomparsa di persona in Italia e lo segnalò a Scotland Yard, che a propria volta informò l'Interpol, che avvisò le autorità italiane della presenza di Carretta nel Regno Unito. Il giudice Francesco Saverio Brancaccio, procuratore della Repubblica di Parma, si recò nella capitale britannica per interrogare Carretta, il quale dichiarò di non vedere la famiglia dall'agosto 1989 e di essersi prestato a coprirne la fuga ai Caraibi dopo l'ammanco di cassa presso la ditta del padre. Successivamente Carretta, in un'intervista con Giuseppe Rinaldi davanti alle telecamere di Chi l'ha visto?, ammise la responsabilità del triplice omicidio. «Ho impugnato quell'arma da fuoco e ho sparato ai miei genitori e a mio fratello». La ricerca dell'arma del delitto non portò ad alcun risultato.

 

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Il Gazzettino