«Esiste un fascismo buono», bufera sull'assessore della Regione Lombardia

«Esiste un fascismo buono», bufera sull'assessore della Regione Lombardia
MILANO Scempiaggini senza senso, attaccano i detrattori. Sono soltanto fatti storici, ribatte lei. E’ polemica in Lombardia per il post da più parti ritenuto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MILANO Scempiaggini senza senso, attaccano i detrattori. Sono soltanto fatti storici, ribatte lei. E’ polemica in Lombardia per il post da più parti ritenuto «nostalgico» del neo assessore regionale al Turismo Lara Magoni - l’ex slalomista di Coppa del mondo di sci dal 2013 consigliere al Pirellone - che su Facebook in occasione del primo maggio ha parlato delle tutele sul lavoro come di un provvedimento «buono» del fascismo. «Rinnegare ciò che di buono è stato fatto è un grande errore, visto che le leggi che tutelano i lavoratori nascono proprio tutte dal fascismo», ha scritto.


IL TELEGRAMMA DEL 1937
Oggi Lara Magoni ha rimosso il messaggio, ringraziando chi ha espresso solidarietà e corredando il suo post con un cuore e il tricolore. Che sostituiscono l’immagine postata quattro giorni fa: il telegramma del primo maggio 1937 firmato da Benito Mussolini e indirizzato al prefetto di Torino, in cui il Duce ordinava di comunicare al «senatore Agnelli» che nei nuovi stabilimenti Fiat ci fossero «comodi e decorosi refettori per gli operai» perché «l’uomo non è una macchina adibita ad un’altra macchina». «Tutti condanniamo l’eccidio per il quale c’è da vergognarsi ma ora basta combattere i fantasmi... dopo settant’anni... Visto e considerato che questi benefit piacciono a tutti», è il commento dell’ex sciatrice, eletta alle ultime elezioni regionali con Fratelli d’Italia.

BUFERA IN GIUNTA
«Scempiaggini antistoriche e intollerabili» secondo il consigliere regionale e segretario milanese del Pd Pietro Bussolati, che chiede «provvedimenti seri contro chi inneggia a ideologie sconfitte dalla storia». Di dichiarazioni «totalmente inappropriate» e «incommentabili» parla anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, chiamando in causa il presidente della Regione Attilio Fontana. «Sarà lui che dovrà capire cosa fare. Sono già un paio gli assessori della sua giunta che parlano in totale libertà», ha ricordato Sala, riferendosi alla recente proposta di premiare i Comuni che si rifiutano di accogliere i migranti lanciata dall’altro assessore regionale in quota FdI, Riccardo De Corato. Mentre il Movimento 5 Stelle, con Dario Violi, chiede a Magoni e Fontana di «scusarsi con i lombardi». Ma per il governatore Attilio Fontana quelle dell’assessore «sono espressioni e valutazioni del tutto personali che non coinvolgono in nessun modo la giunta». «Posso dire che dopo la venuta su questa terra di Voltaire si devono rispettare le opinioni delle persone - aggiunge il presidente leghista - al di là del fatto che si sia d’accordo o meno».

IL SOSTEGNO DI LA RUSSA

Lara Magoni, da parte sua, puntualizza: «Nel post non esprimo assolutamente nessun vanto a nulla, ma semplicemente seguo la storia. Sorrido davanti a queste polemiche sterili», è la sua conclusione. Salvo poi, qualche giorno dopo, rimuovere il post. In suo soccorso però arriva il vice presidente del Senato Ignazio La Russa, che durante una manifestazione di Fratelli d’Italia annuncia: «Io sono d’accordo con il tweet su Mussolini dell’assessore regionale lombardo Lara Magoni. Anzi, presenterò un disegno di legge affinché non sia punibile alcuna valutazione storica espressa in un sistema libero e democratico come quello italiano». Il disegno di legge, spiega, «dovrà dire che qualunque verità storica che non abbia l’intento di mettere in discussione le libertà non può essere punita in un sistema libero e democratico come quello italiano. Sarà scandalo? Pazienza, farò un dibattito con Fiano, che rispetto per le sofferenze della sua famiglia nei lager, ma deve esserci la libertà di parlare di storia».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino