Via libera unanime dall'Aula del Senato all'emendamento al ddl editoria - presentato dal relatore Roberto Cociancich (Pd) - che fissa per gli stipendi Rai il tetto di 240...
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L'unico parlamentare ad essersi astenuto sulla norma che introduce il tetto agli stipendi Rai è il senatore Giovanni Endrizzi del M5S che ha votato in dissenso dal suo gruppo che, invece, ha detto sì. «Con la mia astensione - ha detto Endrizzi intervenendo in Aula - intendo lasciare al Pd tutto il merito di passare la paletta dove il M5S ha indicato di pulire...».
I 5 Stelle, infatti, con Alberto Airola, avevano ribadito di essere stati loro «i primi» a protestare contro gli «stipendi d'oro» nel servizio pubblico radio Tv. Anche gli altri gruppi tra cui FI e Lega hanno rivendicato la paternità della decisione. Soprattutto Roberto Calderoli che, avendo «presentato per primo l'emendamento» in questo senso, ha chiesto e ottenuto che si votasse prima la sua proposta di modifica di quella di Cociancich. «Voteremo convintamente sì a questo emendamento - aveva detto Lucio Malan (FI) - perché è frutto del nostro lavoro».
Nella gara tra i partiti ad intestarsi la norma contro le mega retribuzioni è il Pd, con Francesco Verducci, ad esprimere grande soddisfazione: «Con questo emendamento, su iniziativa parlamentare - afferma il vicepresidente della Commissione di Vigilanza - la Rai fará un ulteriore salto di qualità su trasparenza e riordino delle retribuzioni, sanando la troppa confusione e le troppe iniquità, spesso stratificatesi negli anni, che ne compromettono pesantemente la credibilità e l'autorevolezza». «È un passo importante - afferma - che spronerà l'azienda a varare un vero codice di regolamentazione e alla completa trasparenza su tutte le retribuzioni, anche quelle artistiche».
Un percorso comune da seguire per attuare un piano di autoregolamentazione degli stipendi: è il tema su cui oggi ha discusso il cda della Rai, su proposta del dg Antonio Campo Dall'Orto.
Il Gazzettino