Costringeva la suocera e la cognata a fare i bisogni in un secchio e a mangiare anche un solo piatto di minestra al giorno. Per l’accusa, controllava e condizionava la loro...
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Una donna di 65 anni si presenta in Questura e racconta, sotto choc, la sua vita da incubo. Da tre anni lei è rimasta vedova e, insieme alla figlia minore di 34 anni, si è trasferita a casa dell’altra figlia 41enne, che vive insieme al marito a Chieti scalo. Quell’uomo, che in soggiorno ha attaccato al muro una gigantografia di Benito Mussolini, si mostra violento e autoritario. Vuole occuparsi praticamente di tutto. In base a quanto riportato nella denuncia, iniziano subito soprusi e umiliazioni: lui vieta alle donne di utilizzare persino il bagno dell’appartamento, imponendo loro di fare i bisogni in un secchio lasciato in una camera con un letto matrimoniale. In quella stanza madre e figlia passano gran parte della loro giornata: non possono neppure mangiare in cucina. Lui le obbliga a consumare i pasti lì, lasciando le posate sul comodino, dosando al minimo il cibo e dando loro, in alcune circostanze, appena un piatto di minestra al giorno. In altre parole: per gli inquirenti, il 50enne approfitta dei problemi cognitivi delle due donne, che sono terrorizzate dalla sua presenza. Le discussioni sono frequenti e le grida arrivano fino in strada, come confermano i vicini.
Discussioni che, sempre secondo la denuncia, sfociano prima in pesanti insulti e poi in vere e proprie aggressioni fisiche nei confronti della cognata e della suocera, quest’ultima colpita alla schiena anche con un secchio. Quanto all’aspetto economico, l’uomo - che non risulta avere un’occupazione fissa - accompagna la 65enne a riscuotere la pensione e si fa consegnare tutti i soldi: è lui a gestirli, senza darne conto a nessuno. Non solo: il 50enne avrebbe anche dilapidato tutti i risparmi della famiglia. Fin qui la cronaca dell’incubo che si consuma tra le mura domestiche. Per il sostituto procuratore Lucia Anna Campo le donne sono in pericolo: quell’uomo va allontanato da casa. È il giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis a firmare il provvedimento. L’indagato, attraverso l’avvocato Emilio Memmo, nega ogni accusa. Nei prossimi giorni verrà interrogato. Il caso delle donne maltrattate è stato segnalato ai Servizi sociali del Comune.
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Il Gazzettino