Casa lager per donne schiave: irrompe la Polizia

Venerdì 30 Marzo 2018
Casa lager per donne schiave: irrompe la Polizia
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Costringeva la suocera e la cognata a fare i bisogni in un secchio e a mangiare anche un solo piatto di minestra al giorno. Per l’accusa, controllava e condizionava la loro vita sotto ogni punto di vista. E se le due donne accennavano un minimo di reazione, erano guai: offese, calci, pugni, tirate di capelli. Una vessazione continua, andata avanti per tre anni. È servito l’intervento della Polizia per bloccare il presunto aguzzino, un 50enne di Chieti, indagato per maltrattamenti in famiglia. La Squadra mobile, diretta dal vice questore aggiunto Miriam D’Anastasio, ha notificato all’uomo l’ordinanza di allontanamento dalla casa familiare e il contestuale divieto di avvicinamento alle vittime, tra le quali c’è anche la moglie di lui. La premessa è che le sopraffazioni sono avvenute in un quadro di grande degrado sociale. Le indagini della seconda sezione, specializzata nei reati contro la persona, scattano a metà gennaio.

Una donna di 65 anni si presenta in Questura e racconta, sotto choc, la sua vita da incubo. Da tre anni lei è rimasta vedova e, insieme alla figlia minore di 34 anni, si è trasferita a casa dell’altra figlia 41enne, che vive insieme al marito a Chieti scalo. Quell’uomo, che in soggiorno ha attaccato al muro una gigantografia di Benito Mussolini, si mostra violento e autoritario. Vuole occuparsi praticamente di tutto. In base a quanto riportato nella denuncia, iniziano subito soprusi e umiliazioni: lui vieta alle donne di utilizzare persino il bagno dell’appartamento, imponendo loro di fare i bisogni in un secchio lasciato in una camera con un letto matrimoniale. In quella stanza madre e figlia passano gran parte della loro giornata: non possono neppure mangiare in cucina. Lui le obbliga a consumare i pasti lì, lasciando le posate sul comodino, dosando al minimo il cibo e dando loro, in alcune circostanze, appena un piatto di minestra al giorno. In altre parole: per gli inquirenti, il 50enne approfitta dei problemi cognitivi delle due donne, che sono terrorizzate dalla sua presenza. Le discussioni sono frequenti e le grida arrivano fino in strada, come confermano i vicini.

Discussioni che, sempre secondo la denuncia, sfociano prima in pesanti insulti e poi in vere e proprie aggressioni fisiche nei confronti della cognata e della suocera, quest’ultima colpita alla schiena anche con un secchio. Quanto all’aspetto economico, l’uomo - che non risulta avere un’occupazione fissa - accompagna la 65enne a riscuotere la pensione e si fa consegnare tutti i soldi: è lui a gestirli, senza darne conto a nessuno. Non solo: il 50enne avrebbe anche dilapidato tutti i risparmi della famiglia. Fin qui la cronaca dell’incubo che si consuma tra le mura domestiche. Per il sostituto procuratore Lucia Anna Campo le donne sono in pericolo: quell’uomo va allontanato da casa. È il giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis a firmare il provvedimento. L’indagato, attraverso l’avvocato Emilio Memmo, nega ogni accusa. Nei prossimi giorni verrà interrogato. Il caso delle donne maltrattate è stato segnalato ai Servizi sociali del Comune.
 
Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 10:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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