Migranti, Di Maio: «Tunisini non hanno diritto di venire, non fuggono da guerre». Lega: presi in giro

E’ polemica per alcune esternazioni di Luigi Di Maio in tema di immigrazione. «Torno alla carica con i tunisini. Siamo sempre stati un Paese accogliente e continueremo...

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E’ polemica per alcune esternazioni di Luigi Di Maio in tema di immigrazione. «Torno alla carica con i tunisini. Siamo sempre stati un Paese accogliente e continueremo ad esserlo, ma i tunisini non hanno alcun diritto di venire in Italia perché non fuggono da guerre e persecuzioni». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rivolgendosi al prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, che lo ha salutato al suo arrivo in piazza a Casteltermini, dove si trova per la campagna elettorale. «Chi viene illegalmente, sarà rimpatriato, la Tunisia - ha aggiunto Di Maio - è un Paese amico e lavoreremo insieme in questa direzione».


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Immediate e anche dure le reazioni soprattutto della Lega«Improvvisamente Di Maio si sveglia e annuncia che i tunisini 'non hanno alcun diritto di venire in Italia perché non fuggono da nessuna guerra e persecuzione'. E se ne accorge ora dopo che negli ultimi mesi ne abbiamo fatti entrare e accolti 20mila? Meglio tardi che mai, ma ora dalle parole passi ai fatti e dica al ministro Lamorgese di chiudere i porti agli immigrati tunisini e si procedere all'immediata espulsione di tutti quelli arrivati», dichiara il Roberto Calderoli (Lega), vice presidente del Senato.


«Che Di Maio non sia all'altezza di fare il ministro degli Esteri non lo scopriamo certo oggi e per lui parlino le figuracce e gli errori fatti in quest'ultimo anno in cui la credibilità internazionale dell'Italia è scesa sotto lo zero. Ma che oggi Di Maio, a fine settembre, dopo che i porti italiani per tutta l'estate hanno accolto ventimila tunisini che non scappavano da nulla, se ne esca dicendo che 'i tunisini non hanno alcun diritto di venire in Italia perché non fuggono da nessuna guerra e persecuzione', suona proprio come una presa in giro ai cittadini italiani che adesso per due anni dovranno mantenere questi irregolari, con la paghetta, la scheda telefonica e tutti gli annessi e connessi». Così Paolo Grimoldi, deputato della Lega, componente della Commissione Esteri della Camera e presidente della delegazione italiana all'Osce che aggiunge: «Questa presa in giro non la accettiamo nemmeno da un ministro incapace come lui. Ma perché non si dimette e non si trova finalmente un vero lavoro?».

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Il Gazzettino