Il dialogo e i tempi stretti: nelle prossime ore toccherà al premier Giuseppe Conte barcamenarsi tra questi due fattori su uno dei decreti-cardine per il rilancio...
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Sentenza Mediaset, Forza Italia all'attacco: «Berlusconi perseguitato, serve un'inchiesta»
Mes, Di Maio: «Mi fido di Conte». Così Luigi punta a mettere in difficoltà il premier
Alfonso Bonafede e Fabiana Dadone rappresentano la parte governativa del M5S. Tutti fanno sentire la propria voce- Chi sull'ampliamento del modello Genova e sull'isituzione dei commissari per ogni opera per rispettare i tempi. Chi sul piano shock per i cantieri (i renziani, ad esempio). E tutti, racconta chi era presente, chiedono al premier di stralciare la norma sul condono edilizio. Norma che, è il sospetto che filtra da alcune fonti di governo, sarebbe stata inserita da un ministero Dem nella bozza. Il testo viene esaminato articolo per articolo. E si opta per espungere anche le norme che prevedevano procedure più snelle per le assunzioni nella Pa, in particolare per il Mibact e per gli incarichi dirigenziali a termine a chiamata ex art. 6 della bozza. Il vertice, plasticamente, segna un'apertura al dialogo parlamentare da parte di Conte. Apertura richiesta un pò da tutti, a cominciare dal M5S, sul quale è costante il pressing degli alleati sull'attivazione del Mes.
Nei gruppi, qualche spiraglio al sì sembra aprirsi ma il rischio spaccatura, sul fondo, è altissimo. «Siamo passati dai penultimatum di Renzi a quelli di Zingaretti. Il segretario Pd sia chiaro e dica se il ritorno di fiamma con Berlusconi è così irresistibile», attacca la pasdaran Barbara Lezzi. Mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio insiste su due punti: la riforma del fisco, con un abbassamento delle aliquote, e una decontribuzione che abbassi il costo del lavoro per le imprese. «Idee chiare e concretezza», chiede Di Maio mentre, in tv, Speranza ribadisce l'importanza del Mes per migliorare il sistema sanitario: «se non ora, quando», è il suo appello.
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Il Gazzettino