È uno dei tanti post che spuntano sulla rete in queste ore, mentre nella regione vengono effettuati i primi test sierologici. «Ho avuto il Covid. È stato quasi...
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Silvia racconta che a dicembre 2019 è stata sorpresa da una febbre violenta con picchi frequenti fino a 39 e mezzo. Un malessere che è durato dieci giorni e in cui ha manifestato una forte tosse secca ed un costante peso sul petto, con una bronchite che è sfociata immediatamente in polmonite. «Ero molto affaticata. Ci ho messo molto tempo a riprendermi», spiega. Per curarsi il suo medico le ha prescritto paracetamolo e cortisone, con cui la polmonite è fortunatamente rientrata.
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«All'epoca il mio medico la derubricò a fastidiosa influenza stagionale, ma il mio caso è singolare e non entra in nessuna statistica. Come me immagino ci siano molti altri casi», continua Silvia sul suo post, concludendo che «I dati che leggiamo da due mesi non sono attendibili o comunque sono incompleti. Se mappassero tutti, scopriremmo di averlo già avuto da tempo ed in tantissimi. Mi sembra chiaro che questo virus sia in circolo già da mesi, da prima dell'inizio di questa tragedia collettiva».
Si attende l'arrivo di maggio per i test che la Regione Lazio effettuerà in principio su un campione di 300mila persone, tra personale sanitario e forze dell'ordine. Ad annunciarlo è stato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, durante l'audizione nella commissione competente della Pisana. A differenza del tampone, con cui si individua la presenza del virus nelle mucose respiratorie, i test sierologici saranno utili a individuare coloro i quali sono entrati in contatto con il Covid-19, aiutando a tracciare un vero e proprio percorso della malattia. Oltre a questo, i test aiuteranno a individuare gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario. Tutti questi elementi saranno utili a classificare quella gente che ha manifestato in modo leggero la sintomatologia del Coronavirus, compreso per i cosiddetti soggetti asintomatici. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino