Cinico e baro il destino di Giuseppe Conte. Ancora sabato all'ora di pranzo, il premier non aveva alcuna intenzione di varare il nuovo Dpcm per bloccare le attività...
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Il centrodestra unito si rivolge a Sergio Mattarella. E chiede, oltre a un incontro al capo dello Stato, la convocazione immediata e a oltranza delle Camere. «E' fondamentale restituire al Parlamento la sua centralità, affinché eserciti appieno i poteri affidatigli dalla Costituzione, legiferare e controllare l'attività del governo», scrivono in una nota Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi.
Dal Quirinale per ora nessuna reazione. Scende invece in campo il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati che, di fatto si associa alla richiesta del centrodestra: «La centralità del Parlamento non può mai venire meno, soprattutto quando i provvedimenti governativi limitano le libertà personali e le attività economiche. E' fondamentale perciò che il premier e il governo stabiliscano un sistematico raccordo, ad ora mai attuato, con i presidenti delle Camere». Bacchettata che Roberto Fico, presidente di Montecitorio, disinnesca annunciando «l'immediata disponibilità» di Conte a riferire la settimana entrante in Parlamento «che non ha mai chiuso e mai chiuderà».
Conte affida la replica a una nota in cui fa presente che le dichiarazioni di sabato notte «sono state diffuse secondo la modalità consueta» su Fb. E che «è stata una volontaria iniziativa» di Rai, Sky e Mediaset trasmettere in diretta l'intervento del premier. Insomma, «nessun regime», come invece attaccano Salvini e Meloni. E nessuno sgarbo al Parlamento. Del resto il ministro Federico D'Incà, che si occupa proprio del rapporto tra governo e Camere, nega ogni stop all'attività parlamentare: «Basta strumentalizzazioni. Camera e Senato sono aperti e funzionano regolarmente. Chi utilizza false notizie se ne assumerà le conseguenze davanti ai cittadini».
Peccato che anche Renzi corra a bacchettare Conte. Il leader di Italia Viva mette a verbale: «Noi rispettiamo le regole del governo sulla quarantena. Ma il governo rispetti le regole della democrazia. Si riunisca il Parlamento. E si facciano conferenze stampa, non show su Facebook: questa è una pandemia, non il Grande Fratello. Le misure vanno annunciate dopo aver fatto i decreti, non prima».
Con Conte si schiera il Pd. Nicola Zingaretti: «Il governo ha adottato i provvedimenti che andavano presi, guai a dividersi in questa fase così difficile». E Dario Franceschini, capo delegazione dem: «Conte va ringraziato per il suo lavoro senza sosta, con sulle spalle una responsabilità che nessun predecessore ha mai dovuto portare. Verrà il tempo dell'analisi e degli scontri, ma ora non possiamo permetterci le polemiche, adesso stiamo giocando tutti nella stessa squadra. Errori? Ne fanno tutti, governo, sindaci, governatori. Ma perché accanirsi nella polemica anziché correggerli e continuare ad andare avanti insieme?». In serata, dopo un lungo silenzio grillino, a difesa del premier scende in campo Di Maio: «Bisogna fermare il contagio il prima possibile e credo che siano ingiuste le polemiche contro Conte in queste ore. Bisogna essere uniti per difendere il bene primario che è la vita».
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Il Gazzettino