«Aiuto mamma, l'autista ci minaccia. Ha detto che non ci porta a scuola, che va a Linate e fa una strage». Sono le prime concitate telefonate arrivate ai genitori...
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«Ci ha preso i telefoni ma un compagno è riuscito a tenerlo. Eravamo ammanettati con le fascette da elettricista. Ci diceva che non succederà niente e ogni volta minacciava di versare la benzina», ha detto uscendo dalla palestra dell'Istituto Margherita Hack una delle ragazzine sequestrate.
La zia di un'altra delle alunne che erano sul bus, Elisabetta, ha raccontato che la nipote le ha riferito «che il sequestratore ha detto agli insegnanti di legare i bambini, ha sequestrato tutti i telefoni». «Ha detto anche che voleva andare a Linate», ha confermato la donna. «Ora i bambini - ha concluso - sono più tranquilli di noi».
«I ragazzi sono stati veramente bravi», ripete Luca De Marchis, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, commentando quanto è avvenuto oggi a San Donato Milanese. De Marchis ha spiegato che «l'uomo non era armato» e «non ha legato i ragazzini» ed è ora indagato per strage e sequestro di persona.
Quando l'autista, italiano di orgini senegalesi, ha dirottato il bus e ha cominciato a urlare: «Quin non si salverà nessuno, basta morti in mare», uno degli studenti a bordo ha chiamato con il cellulare i genitori che, a loro volta, hanno avvisato i carabinieri.
«La nostra scuola ci ha chiamati dicendo che era stato sequestrato il pulmino, in modo vago, ma ci hanno rassicurati subito e hanno detto che i ragazzi stavano tutti bene», ha aggiunto il padre di uno dei ragazzini davanti alla palestra a San Donato dove sono ora i bambini. La coppia non conosceva personalmente Sy, ma «probabilmente era il solito autista che li accompagnava in palestra per educazione fisica», hanno spiegato i genitori che ancora, però, non hanno parlato con il figlio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino