Arezzo, il tribunale: no alla confisca della villa di Licio Gelli

il feretro di Licio Gelli
Il Tribunale di Arezzo, presieduto da Gianni Fruganti, ha respinto la richiesta di confisca di Villa Wanda, che fu la dimora aretina di Licio Gelli (morto all'età di 96...

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Il Tribunale di Arezzo, presieduto da Gianni Fruganti, ha respinto la richiesta di confisca di Villa Wanda, che fu la dimora aretina di Licio Gelli (morto all'età di 96 anni nel 2015) il Maestro Venerabile della Loggia P2. L'istanza era stata presentata dal procuratore della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi, come misura di prevenzione a carico di persone pericolose anche se defunte. La richiesta della confisca era legata ai passaggi di proprietà della villa, tra familiari di Gelli, che secondo la Procura sarebbero state operazioni fittizie, messe in atto anni fa per impedire allo Stato di aggredire il bene immobile, a fronte del debito di Gelli con l'Erario. Sulla base della «pericolosità» in vita dell'ex Venerabile Gelli si tendeva ad applicare la misura preventiva del sequestro del bene, come avviene in fatti di mafia. 

In una decina di argomentate pagine, il presidente estensore Gianni Fruganti parla di «frammentarietà» degli elementi raccolti dai Servizi sul conto di Gelli, ma soprattutto afferma che al momento dell'acquisto di Villa Wanda, nel 1968 da Mario Lebole, non c'erano sul conto di Licio Gelli elementi per descrivere la sua vita come abitualmente dedita ai reati. All'epoca Licio Gelli era un manager in ascesa, intraprendente e sempre più dentro le stanze dei bottoni del «palazzo», che avrebbe controllato con la sua P2 rimanendo coinvolto in pagine oscure della storia d'Italia. Villa Wanda resta dunque agli eredi, per la precisione alla società composta dalla seconda moglie Gabriela Vasile (sposata in seconde nozze) con il nipote Alessandro Marsili (figlio di Maria Rosa Gelli). Resta in sospeso la causa con l'Erario per il debito milionario dei Gelli. Villa Wanda si compone di oltre trenta stanze su tre piani ed è immersa in un parco di tre ettari e situato in una delle zone più esclusive dell'aretino, la collina di Santa Maria delle Grazie.
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Il Gazzettino