Il vescovo Zenti: «No alla libertà di bestemmia in nome della satira»

Il vescovo Giuseppe Zenti (archivio)
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VERONA - «Il fatto che l'eccidio di Parigi sia stato occasionato, se non proprio causato, da un eccesso di satira nei confronti della religione musulmana, fa riflettere ogni persona di buon senso». È un passaggio dell'editoriale del vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, pubblicato sul settimanale diocesano "Verona Fedele" in edicola oggi.




Nel suo fondo titolato «Come si concilia la blasfemia con la laicità democratica?», mons. Zenti evidenzia che «i musulmani reagiscono, anche se in forma spropositata. I cristiani al contrario, anche di fronte a dissacrazioni persino volgari della propria religione, lasciano correre». «Il terrorismo, di matrice terroristica - aggiunge - ha già fatto troppe stragi nel mondo intero, a cominciare dalle Torri gemelle nel settembre 2001 e a tutt'oggi sta mettendo a soqquadro l'Iraq, la Siria, l'Afghanistan, la Nigeria e nel contempo iene sotto scacco il mondo occidentale che vive con il fiato sospeso».



Bene dunque le manifestazioni contro il terrorismo, «ma c'è di che ridire sul secondo obiettivo: la rivendicazione, sotto forma di satira, del diritto alla libertà di blasfemia». Per mons. Zenti è «allucinante, in una cultura della laicità matura, intrisa di democrazia. Il clima culturale evocato è quello della barbarie, nella quale non c'è diritto di cittadinanza per il rispetto delle persone e della loro sensibilità umana e religiosa». «Da cittadini d'Europa e del mondo - conclude - auspichiamo una radicale revisione del concetto di libertà, un valore sacro che non si esercita mai contro».
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Il Gazzettino