Tenta di uccidersi ma rompe un lampione: finisce in tribunale

Tenta di uccidersi ma rompe un lampione: finisce in tribunale
Voleva farla finita perché la sua ragazza lo aveva lasciato e lui di quella vita ormai da single non sapeva che farsene. Così tentò di arrampicarsi sulla rete che protegge il...

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Voleva farla finita perché la sua ragazza lo aveva lasciato e lui di quella vita ormai da single non sapeva che farsene. Così tentò di arrampicarsi sulla rete che protegge il ponte degli Alpini con l’intento di lanciarsi nel vuoto, ma nel farlo spaccò una lampada del valore di 1800 euro. Nel frattempo arrivò la polizia che con una mano lo salvò e con l’altra lo denunciò per danneggiamento. Non c’erano possibilità diverse.




A.F., 33 anni, è stato processato ieri davanti al giudice Cristina Cittolin per il reato di danneggiamento. Difeso dall’avvocato Giorgio Gasperin, del foro di Belluno, il giovane è stato assolto in quanto nel suo gesto non vi era il dolo, ovvero la volontà di creare un danno. La circostanza era drammatica.



Il fatto avvenne nel marzo del 2010, verso le 3.40 del mattino. Si trovavano sul ponte degli Alpini. È qui che la ragazza gli comunica che la loro relazione è finita. Ne nasce una lite e alla fine, di fronte all’impossibilità di ricucire quel rapporto per lui prezioso, decide l’estremo gesto. Si arrampica sulla rete di protezione. Ma nel frattempo, qualcuno chiama la polizia che in un baleno arriva sul posto. Il giovane è ormai arrampicato e mentre tenta di passare oltre, per "volare" nell’altra vita, si aggrappa alla lampada e la spacca. Saranno i poliziotti a persuaderlo a tornare con i piedi per terra.



Alla fine il dramma si ricompone, mentre il giovane viene caricato su un’ambulanza e trasferito all’ospedale. Ma a terra resta anche il danno provocato da quel drammatico tentativo e ai poliziotti non resta che verbalizzare. Passati i guai d’amore, sputano quelli giudiziari. Fortunatamente conclusisi con quella comprensione che, anche nell’aridità delle leggi, si può giustificare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino