Equitalia vuole 32mila euro: il Comune la trascina in giudizio

Equitalia vuole 32mila euro: il Comune la trascina in giudizio
ADRIA (ROVIGO) - Il Comune ricorre avanti la Commissione tributaria provinciale contro una cartella di pagamento. La giunta ha autorizzato il primo cittadino Massimo Barbujani a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ADRIA (ROVIGO) - Il Comune ricorre avanti la Commissione tributaria provinciale contro una cartella di pagamento. La giunta ha autorizzato il primo cittadino Massimo Barbujani a ricorrere contro l'Agenzia delle Entrate - Direzione provinciale - ed Equitalia, con una istanza di sospensione dell'esecuzione. Si tratta di una cartella notificata il 22 ottobre per 32.382,16 euro, conseguente ad un avviso di rettifica e liquidazione, per imposte di registro e ipocatastali.




Il Comune aveva già chiesto a novembre, sempre a Equitalia e all'Agenzia delle Entrate, la sospensione della cartella di pagamento, essendo pendente il ricorso proposto dal co-obbligato contro l'atto di liquidazione. Qualche giorno fa però è stata comunicata alla municipalità la revoca della sospensione dell'esecuzione precedentemente concessa. Da qui, prima che scadessero i termini, la decisione di proporre ricorso. La difesa sarà affidata all'avvocato del comune Beatrice Pozzato. L'operazione nel suo complesso costerà alle casse pubbliche 1300 euro.



Si tratta di una situazione kafkiana. Palazzo Tassoni era diventato debitore in solido, con un privato, di questo presunto debito per aver ceduto a trattativa privata, dopo che l'asta era andata deserta, un lotto di terreno ubicato in viale Risorgimento, ad un prezzo ritenuto inferiore, del doppio, rispetto a quello stimato dall'Agenzia delle entrate.



La vicenda era emersa durante i lavori di uno degli ultimi consigli comunali ed i consiglieri erano stati chiamati a ratificare nell'ambito della variazione di assestamento generale al bilancio di previsione 2013, un presunto debito fuori bilancio frutto di questa cartella esattoriale.



Il terreno in questione era stato aggiudicato nel 2010 per la cifra di 117.100 euro, 100 euro in più della base d'asta. Di contro un anno dopo l'Agenzia delle Entrate aveva ritenuto il prezzo pagato dal privato non congruo stimando l'appezzamento di terreno il doppio, valutandolo 233.400 euro. Da qui era partito l'accertamento nei confronti del privato, che aveva proposto opposizione nelle sedi competenti, e della pubblica amministrazione. Palazzo Tassoni, nonostante i 60 giorni di tempo per l'opposizione, aveva lasciato decorrere inutilmente i termini. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino