Con lo sconto sull'Irpef 714 euro per i più poveri

Con lo sconto sull'Irpef 714 euro per i più poveri
ROMA - Alle famiglie più povere, con il decreto che arriverà venerdì sul tavolo del Cdm, arriverebbe uno 'sconto' Irpef di 714 euro. Il calcolo è dell'Istat ed è stato...

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ROMA - Alle famiglie più povere, con il decreto che arriverà venerdì sul tavolo del Cdm, arriverebbe uno 'sconto' Irpef di 714 euro. Il calcolo è dell'Istat ed è stato fornito durante l'audizione in Parlamento sul Def. Ma dal tradizionale giro di audizioni arrivano però anche dei dubbi: in particolare dalla Banca d'Italia, che esprime preoccupazioni sulle coperture della misura di sgravio. Ma il governo rilancia: non solo gli sconti Irpef nelle buste paga di maggio (che dovrebbero riguardare anche i cosiddetti 'incapienti', cioè quelli che guadagnano sotto gli 8.000 euro annui ai quali arriverebbe uno sconto tra i 40-50 euro), perché, a giugno - annuncia il sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio, «nella delega fiscale dobbiamo prevedere un aiuto alle famiglie con figli a carico. Dobbiamo fare in modo che le famiglie siano tassate per il loro reddito reale e non potenziale». E sono già annunciati dallo stesso Matteo Renzi interventi per i pensionati al minimo.

L'Istat calcola che il guadagno medio annuo dello sconto previsto dal Governo sarà di 714 euro per le famiglie più povere (primo quintile). Lo sconto scende via via fino a 451 euro per le famiglie più 'ricche'. Cioé si passa dal 3,4% del reddito allo 0,7%. Mentre il taglio del 10% dell'Irap previsto dal Governo riguarderà 620mila imprese vale a dire il 72,2% (circa due su tre) delle società considerate. E questo a causa del fatto che c'è «un'elevata presenza di imprese con base imponibile negativa o nulla a fini Irap». In questa situazione «a differenza delle imprese, sembrano consolidarsi segnali univoci di rafforzamento dell'ottimismo delle famiglie sulla situazione economica generale».

Dunque è solo la crescita a poter intervenire su questa situazione occupazionale difficile senza mettere a rischio la tenuta dei conti pubblici. E infatti Bankitalia dice che «per il progressivo riassorbimento della disoccupazione, specie della componente giovanile, più colpita dalla crisi, è necessaria una crescita robusta e duratura». Ma c'è un problema: «Nel 2015 i risparmi di spesa indicati come valore massimo ottenibile dalla spending review non sarebbero sufficienti a conseguire gli obiettivi programmatici» e tra questi proprio il taglio delle tasse. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino