ROVIGO - Botte. Cinghiate. Persino un’aggressione a colpi di pentola. E in una occasione un taglio di capelli punitivo, per motivi legati allo studio. Sono alcuni degli episodi...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I fatti ipotizzati dall'accusa si sarebbero protratti per vari anni. Alla fine, nel 2010, quando la ragazzina aveva poco meno di 14 anni, sarebbe scattata la ribellione. In particolare, dopo essere stata colpita con cinghiate e pentolate, avrebbe chiesto aiuto al fratello, di parecchi anni maggiore di lei.
Quest'ultimo andò a prenderla per portarla via, ma non da solo: accompagnato dai carabinieri ai quali si era rivolto.
Nella scorsa udienza del processo era stato ascoltato il fratello. Pure lui aveva tracciato un quadro della sua vita familiare, anche se nessuno degli episodi che ha raccontato fa parte del capo di imputazione né ha dato vita a procedimento penale. Ha detto di avere subito spesso cinghiate, tanto da faticare a stare seduto a scuola, e che a volte gli veniva impedito di uscire con gli amici. Tanto che appena compiuta la maggiore età, decise di andarsene di casa per sfuggire a una situazione per lui ormai da tempo divenuta intollerabile. Sempre nella scorsa udienza era stato ascoltato un medico che aveva parlato delle possibili motivazioni del comportamento attribuito alla madre.
Ieri la difesa avrebbe voluto domandare una perizia. Potrà farlo alla prossima udienza, il 1. dicembre. Da parte della difesa c'è la fiducia di potere ricontestualizzare i fatti contestati dall'accusa e arrivare a una sentenza di assoluzione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino