UDINE - Si spacciavano per liberiani, con tanto di documenti e passaporti dello stato dell'Africa occidentale al seguito. La Polizia di Stato di Udine ha smascherato e denunciato...
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Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile diretta dal Vice Questore aggiunto Massimiliano Ortolan e dall'Ufficio immigrazione con il sostituto commissario Ermes Lazzara sotto il coordinamento del pm Andrea Gondolo, sono partite nell'agosto 2013 da un controllo al nulla osta per il matrimonio, poi risultato falso, che una donna ghanese e un sedicente liberiano avevano presentato alla Prefettura in vista delle nozze.
I contatti instaurati con l'ambasciata della Liberia hanno fatto emergere che, dai dati in loro possesso, sarebbero solo 80 i liberiani presenti in Italia.
La circostanza ha messo in sospetto la Questura di Udine sull'effettiva nazionalità dei 35 residenti in provincia. I successivi accertamenti hanno fatto emergere i casi di 17 ghanesi che negli anni, in particolare a inizi anni 2000, si erano presentati con passaporto liberiano per velocizzare le pratiche sfruttando la difficile situazione del paese africano, lacerato dalla guerra. Altri 5 soggetti avevano invece presentato altri finti documenti d'identità. I passaporti sarebbero stati rubati in bianco alle autorità liberiane e poi compilati a mano. Un paio di indagati hanno spiegato di aver pagato circa 250 euro per ottenere il rinnovo del documento.
L'ultimo caso, appurato circa un mese fa, ha portato alla luce invece un passaporto falso della Sierra Leone, presentato sempre da un ghanese. I controlli della Questura proseguiranno per capire se ci siano altri casi simili. I passaporti e quattro nulla osta per i matrimoni sono stati posti sotto sequestro. Per 15 degli indagati, in Italia anche dal 2002, con famiglia e lavoro, senza precedenti penali, è stata chiesta la revoca del permesso di soggiorno a tempo indeterminato, convertibile però in un permesso di 2 anni qualora vi siano i requisiti per il rilascio.
Per altri 6 sono state avviate le procedure per il rifiuto del permesso di soggiorno.
Nel gruppo di indagati anche due richiedenti asilo. Il loro caso è stato segnalato alla competente commissione che dovrà valutare il da farsi.
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Il Gazzettino