BELLUNO - Camera di commercio bellunese verso la chiusura. Si fa concreto lo spauracchio della fusione per l'ente camerale: dopo il via libera dei giorni scorsi...
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Non sono ancora chiari i termini della fusione, quali servizi resteranno in capa concreto lo spauracchio della fusione per l'ente camerale: o a Belluno e quali verranno condivisi con Treviso, ma sul futuro delle Camere di Commercio le indicazioni di Unioncamere nazionale sono state chiare: tutti gli enti sotto gli 80mila iscritti dovranno finire accorpati. La strada è pertanto segnata, pur in un panorama del tutto dubbioso, e ora con passi studiati la si percorre a tentoni. «Ad oggi non sappiamo come orientarci - spiega il presidente dell'ente bellunese Luigi Curto - Abbiamo 14.952 aziende iscritte, pertanto la riflessione sul nostro futuro è d'obbligo, ma di certo non c'è nulla.
Con Treviso ci sono stati i primi approcci, ora il segretario generale a scavalco fa da ponte tra le due realtà; l'idea per ora, salvo nuove disposizioni perché qui cambia tutto da un giorno all'altro, è quella di arrivare all'unione di una serie di funzioni e di tenere il resto dei servizi in capo a Belluno dove il presidio camerale resterà aperto. Stiamo lavorando sul documento dell'accorpamento Rovigo - Venezia ma cercheremo anche di rivendicare la maggior autonomia possibile». L'aggregazione dei servizi potrebbe portare con sè la necessità di assorbire parte del personale altrove, benchè i 41 dipendenti del palazzo siano a malapena sufficienti a tenere in piedi la struttura. La nota positiva in quello che si profila come l'ennesimo schiaffo all'autonomia e ai servizi nel bellunese potrebbe arrivare dal capitolo casse. La decurtazione del 50% dei diritti camerali prevista per il 2015 si annuncia foriera di grattacapi e tagli ai servizi: davanti a questa premessa la condivisione di parte delle funzioni con Treviso potrebbe rappresentare un importante strumento di risparmio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino