Camera di commercio, per Belluno spauracchio fusione con Treviso

Camera di commercio, per Belluno spauracchio fusione con Treviso
BELLUNO - Camera di commercio bellunese verso la chiusura. Si fa concreto lo spauracchio della fusione per l'ente camerale: dopo il via libera dei giorni scorsi...

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BELLUNO - Camera di commercio bellunese verso la chiusura. Si fa concreto lo spauracchio della fusione per l'ente camerale: dopo il via libera dei giorni scorsi all'aggregamento tra gli enti di Venezia e di Rovigo, ora sembra toccare al palazzo di piazza Santo Stefano per il quale si profila l'unione con Treviso. Nulla di certo, ma il percorso intrapreso con la Camera della Marca sembra essere l'unico possibile tant'è che il confronto è stato avviato da tempo e il segretario generale di Treviso ora esercita le sue funzioni anche a Belluno, dopo le dimissioni presentate dal dirigente locale Carlo Argenti lo scorso 30 giugno.




Non sono ancora chiari i termini della fusione, quali servizi resteranno in capa concreto lo spauracchio della fusione per l'ente camerale: o a Belluno e quali verranno condivisi con Treviso, ma sul futuro delle Camere di Commercio le indicazioni di Unioncamere nazionale sono state chiare: tutti gli enti sotto gli 80mila iscritti dovranno finire accorpati. La strada è pertanto segnata, pur in un panorama del tutto dubbioso, e ora con passi studiati la si percorre a tentoni. «Ad oggi non sappiamo come orientarci - spiega il presidente dell'ente bellunese Luigi Curto - Abbiamo 14.952 aziende iscritte, pertanto la riflessione sul nostro futuro è d'obbligo, ma di certo non c'è nulla.



Con Treviso ci sono stati i primi approcci, ora il segretario generale a scavalco fa da ponte tra le due realtà; l'idea per ora, salvo nuove disposizioni perché qui cambia tutto da un giorno all'altro, è quella di arrivare all'unione di una serie di funzioni e di tenere il resto dei servizi in capo a Belluno dove il presidio camerale resterà aperto. Stiamo lavorando sul documento dell'accorpamento Rovigo - Venezia ma cercheremo anche di rivendicare la maggior autonomia possibile». L'aggregazione dei servizi potrebbe portare con sè la necessità di assorbire parte del personale altrove, benchè i 41 dipendenti del palazzo siano a malapena sufficienti a tenere in piedi la struttura. La nota positiva in quello che si profila come l'ennesimo schiaffo all'autonomia e ai servizi nel bellunese potrebbe arrivare dal capitolo casse. La decurtazione del 50% dei diritti camerali prevista per il 2015 si annuncia foriera di grattacapi e tagli ai servizi: davanti a questa premessa la condivisione di parte delle funzioni con Treviso potrebbe rappresentare un importante strumento di risparmio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino