Evasi 3,6 milioni e lavoro in nero, immobiliare nel mirino della Gdf

Una veduta dall'altro di Asiago
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ASIAGO - Oltre 3 milioni e 600 mila euro sottratti a tassazione e un’evasione Iva 400 mila euro, ma anche l’impiego, per diverse annualità, di numerosi lavoratori, tra i quali 19 occupati irregolarmente e 13 completamente in nero.




Di questo dovrà rispondere una nota società immobiliare dell'Altopiano dei Sette Comuni, operante nel settore delle compravendite immobiliari e costruzioni, dopo quanto scaturito da una lunga indagine, proseguita per oltre un anno, della Guardia di Finanza di Asiago, nell’ambito dell’attività operativa volta al contrasto dell’evasione fiscale.



Oltre che per l'evasione fiscale nei confronti della società altopianese sono già scattate pesanti sanzioni previste in materia di lavoro, per oltre 100 mila euro, correlate alle violazioni commesse con riferimento a ciascun dipendente, la cosiddetta maxi-sanzione.



Le fiamme gialle della tenenza di Asiago hanno inoltre segnalato l’amministratore unico della società alla Procura della Repubblica di Vicenza per dichiarazione infedele e per il reato di truffa aggravata ai danni dell’Inps visto che, come appurato anche dalla contabilità parallela rinvenuta, l’impresa ha usufruito indebitamente, per diverse annualità, della cassa integrazione guadagni.



I finanzieri della Tenenza di Asiago hanno verificato che l'impresa ha usufruito indebitamente, per diverse annualità, di questo ammortizzatore sociale, uno dei principali previsti dall'ordinamento che consiste nel versamento, da parte dell'Inps di una somma di denaro in favore dei lavoratori il cui datore di lavoro ha diminuito la retribuzione per effetto di una

riduzione o sospensione dell'attività lavorativa.



L'azienda in questione adoperava in maniera truffaldina, secondo la Gdf, questo istituto simulando l'assenza di 13 lavoratori a causa del maltempo, quando in realtà erano «regolarmente» impiegati in cantieri edili della stessa impresa di costruzione. La società riusciva ad ottenere così indebiti guadagni derivanti, oltre dall'evasione fiscale, anche dall'omesso versamento dei contributi previdenziali e dall'omessa corresponsione di parte della retribuzione - gravata, sostanzialmente, sulla collettività, tramite l'Istituto previdenziale - ed ha perciò posto in essere una sleale concorrenza nei confronti delle imprese oneste operanti nello stesso settore. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino