La sua foto segnaletica è l'immagine della follia. Un sorriso soddisfatto, uno sguardo sarcastico e di sfida verso il mondo e gli agenti di polizia che l'avevano...
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Eppure Krystle, che in passato aveva avuto piccoli guai con la giustizia, sembrava essere uscita dal tunnel della droga e dell'alcol in cui si era infilata anni fa: nel 2015 aveva seguito un corso di recupero, si era riabilitata, aveva trovato un lavoro. Sembrava apparentemente che tutto filasse liscio, e invece no: come dicono ora alcuni suoi amici, era ricaduta nella droga e nell'alcol. E il 5 gennaio quella ricaduta è sfociata in tragedia. Intorno alle 11 il suocero, Eustorgio Arellano-Uresti, è andato a da lei per il pranzo: una volta in casa, l'ha vista tirar fuori un coltello dalla camera da letto e poco dopo ha sentito le urla disperate della bimba, la piccola Giovanna Larae Hernandez. Il suo intervento per bloccare la nuora è stato respinto con inaudita violenza: Krystle l'ha accoltellato più volte e poi l'ha inseguito con un'arma da fuoco in mano mentre lui fuggiva terrorizzato. Quando la polizia, allertata dai vicini che avevano assistito alla scena, è arrivata sul posto, ha trovato la donna in bagno mentre faceva tranquillamente la doccia, mentre Giovanna giaceva morta in camera da letto.
In uno dei suoi profili Facebook, Krystle scriveva: «Le cose più importanti per me nella vita sono la famiglia e il successo, ma soprattutto mia figlia Giovanna. Farei qualsiasi cosa al mondo per questo pulcino». Ora il suo pulcino non c'è più, disintegrato dalla follia di sua madre. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino