In molti le avevano affidato i loro bambini. Non avrebbero potuto mai immaginare che dietro quel sorriso gentile e quei modi gioviali si nascondesse un'assassina in grado di...
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Mercoledì pomeriggio la donna era a casa con tre dei suoi quattro figli quando Zamair, giocando con un uovo, se lo è lasciato sfuggire dalle mani, frantumandolo in terra. Cosa sia scattato nella mente di Zarah è un mistero: infuriata e fuori di sé ha iniziato a picchiarlo con un manico di scopa fino a quando il piccolo ha smesso di respirare. Poi, in preda al panico, ha messo il corpo in un bidone e lo ha abbandonato in bagno fino all'arrivo del fidanzato, Jamari Richardson, che, secondo degli investigatori, era andato a procurarsi una dose di marijuana. L'uomo, una volta a casa, ha tentato di rianimare il piccolo con un massaggio cardiaco fino all'arrivo dell'ambulanza. Quando i medici sono giunti sul posto, le condizioni di Zamair erano disperate: non respirava e aveva la bava alla bocca. Il bimbo è stato trasportato d'urgenza al Brookdale University Hospital dove è stato dichiarato morto cinque ore dopo il ricovero. Secondo il medico legale aveva tagli, contusioni e abrasioni su tutto il corpo: da una prima valutazione, è morto per lesioni multiple. «Ho assistito alla scena dei soccorsi e e sono rimasto sconvolto - ha raccontato Ray Moore, 18 anni, un vicino di casa - Zarah era come disinteressata, non mostrava alcun rimorso».
Come riporta Il New York Daily News, in un primo momento la donna aveva raccontato che il figlio era morto dentro il bidone dove lo aveva abbandonato per prendersi cura del bimbo più piccolo. Solo nella tarda serata di mercoledì ha confessato ed è stata arrestata: adesso è accusata di omicidio e possesso illegale di armi. Intanto sul caso è stata avviata un'indagine per capire se l'Administration for Children’s Services possa aver sottovalutato qualche campanello d'allarme. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino