OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Anche i social entrano in guerra: ok di Facebook e Instagram a contenuti che incitano alla violenza contro Putin. Ha fatto scoppiare polemiche e tensione, il cambio di strategia per Meta che permetterà agli iscritti dei suoi social in alcuni paesi di postare contenuti contro l’esercito russo che ha invaso l’Ucraina.
Il gruppo di Zuckerberg avrebbe deciso di allentare anche la censura sui post che invocano la morte per i presidenti russo e bielorusso, Vladimir Putin e Alexandr Lukashenko. Rimarranno comunque vietati gli appelli alla violenza contro i civili russi. Un ribaltamento di policy che preoccupa l’Onu.
Ucraina-Russia, la guerra è anche comunicativa. E (per ora) la sta vincendo Zelensky
Facebook «attività estremista»
Nel dettaglio, i post che incitano all’uccisione degli invasori e i loro capi saranno permessi in Armenia, Azerbaigian, Estonia, Georgia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina. Lo afferma Reuters, attraverso una serie di documenti diffusi nelle ultime ore. Immediata la risposta di Mosca. L’ambasciata della Russia negli Stati Uniti ha chiesto a Washington di porre un freno alle «attività estremiste» del gruppo di Zuckerberg. «Chiediamo di fermare le decisioni estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia» si legge in un tweet pubblicato dal profilo dell’ambasciata
Sulla stessa linea, l’ufficio del procuratore generale russo, che ha chiesto che Meta venga riconosciuta come organizzazione estremista.
Meta: concessa espressione politica contro le norme
Ma Meta non retrocede: «A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole. Ad esempio, post violenti come l’invocare la morte agli invasori russi. Non consentiremo nulla che riguardi la promozione della violenza contro i civili russi» ha affermato un portavoce di Meta. In alcune email interne, sembra che Meta avrebbe consentito l’elogio del battaglione ucraino di destra Azov, che normalmente è proibito, in un cambiamento riportato per la prima volta dal sito The Intercept.
La posizione dell'Onu
Il portavoce di Meta, Joe Osborne, ha spiegato di aver confermato l’eccezione «rigorosamente nel solo contesto della difesa dell’Ucraina». Forte la preoccupazione dell’Onu per il cambio di policy. A sollevare la questione l’Ufficio dell’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite. Secondo il portavoce, riferisce la Reuters, il potenziale cambio policy sui post riferiti alla guerra in Ucraina è preoccupante e quindi nel caso la questione verrà affrontata con l’azienda.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino