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Il freddo e il maltempo potrebbero fermare la guerra in Ucraina. Un terribile uragano ha infatti colpito il sud della Russia, la Crimea e le regioni ucraine annesse di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, facendo rimanere quasi due milioni di persone senza corrente. Una tempesta senza precedenti, con venti di 140 chilometri orari che hanno scoperchiato case, sradicato alberi, inondato abitazioni, distrutto tratti della ferrovia. E che hanno anche fermato la flotta russa del Mar Nero.
La tempesta del secolo e le conseguenze sulla guerra
È stata rinominata "la tempesta del secolo", perché era da almeno 150 anni che non si assisteva ad un fenomeno simile. Era il novembre del 1854 e a Balaklava la flotta degli Alleati (britannici, turchi, francesi e Regno di Sardegna) subì l'affondamento di una trentina di navi a causa del maltempo. «Un vero e proprio Armageddon», come è stato definito dal presidente del Parlamento della Crimea, Vladimir Konstantinov.
Per questo motivo, il ritmo dei combattimenti è stato rallentato. Il colonnello Oleksandr Shtupun, portavoce del gruppo militare ucraino Tavriisk, ha affermato che il numero di attacchi di droni russi è diminuito di quasi sei volte a causa del clima, così come i bombardamenti dell'artiglieria. Continuano invece gli attacchi della fanteria e dei veicoli corazzati, motivo per cui secondo l'ISW, «Le difficili condizioni invernali costringeranno entrambe le parti a fare più affidamento sugli attacchi di terra guidati dalla fanteria in assenza di capacità di ricognizione aerea e di correzione dell’artiglieria».
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