Pestaggi, umiliazioni costanti, minacce e abusi, violenza fisica e sessuale. Queste erano solo alcune delle vessazioni che Krestina, Angelina e Maria, erano da anni costrette...
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«Aggredita dal calciatore Diakhate in un locale: mi hanno lasciato in una pozza di sangue»: 20enne denuncia su Fb
Dopo una lunga e intricata indagine preliminare, venerdì si apre il loro processo in un'aula di tribunale di Mosca. Le due sorelle maggiori, Krestina (19 anni) e Angelina (18 anni), saranno processate insieme. Maria, che era minorenne al momento dell'omicidio ma è stata accusata dopo aver compiuto 18 anni, sarà processata separatamente. Tutte e tre affronteranno l'accusa di omicidio e potrebbero essere condannate a 20 anni di carcere.
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"Hanno agito per difendersi" dichiarano a gran voce gli attivisti nelle decine di manifestazioni organizzate in loro sostegno. Per loro è nata anhe la campagna "Non volevo morire", che ha invitato le autorità a prendere in considerazione le motivazioni delle tre sorelle. All'appello si sono unite celebrità che vanno dall'ex candidato alla presidenza Ksenia Sobchak al cantante di System of a Down, Serj Tankian.
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Gli esperti di violenza domestica, insieme al gruppo di difesa delle sorelle, affermano che in assenza di adeguati meccanismi protettivi all'interno delle forze dell'ordine e del sistema giudiziario, la loro unica scelta era difendersi o morire per mano del padre. Nelle conversazioni ottenute dal telefono del padre e pubblicate su Facebook da Alexey Liptser, uno degli avvocati delle sorelle, Mikhail Khachaturyan sembra aver minacciato di ucciderli e abusare di loro e della madre. In Russia, il problema degli abusi domestici è diventato un problema serio da quando nel 2017, grazie anche alle pressioni della Chiesa ortodossa russa e dei difensori dei "valori tradizionali", il parlamento ha approvato un disegno di legge che è diventato noto come "legge sugli schiaffi", che depenalizza la violenza domestica rendendola un reato amministrativo meno grave.
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Il Gazzettino