Siria, i raid non si fermano: "Tregua già violata". 500 civili morti in una settimana

Non si fermano raid e combattimenti in Siria all'indomani del voto unanime al Consiglio di Sicurezza dell'Onu che richiede una tregua umanitaria di almeno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non si fermano raid e combattimenti in Siria all'indomani del voto unanime al Consiglio di Sicurezza dell'Onu che richiede una tregua umanitaria di almeno 30 giorni. Elicotteri del regime di Damasco hanno sganciato oggi barili bomba sui sobborghi della Goutha orientale controllati dai ribelli, riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani che parla di una donna uccisa e diversi feriti nella località di Hammuriyeh. Nell'ultima settimana almeno 500 civili sono stati uccisi nei raid siriani, creando un'ondata di sdegno internazionale che ha portato alla risoluzione dell'Onu.


Fonti vicine al governo di Bashar al Assad riferiscono che le forze di Damasco e le milizie alleate hanno avviato un'operazione per invadere la Ghouta orientale, a est della capitale. Vi sono notizie di scontri armati , mentre un comandante ribelle ha riferito all'agenzia stampa Dpa che è stato respinto un tentativo dell'esercito siriano di penetrare nella regione. Almeno 25 soldati di Damasco, ha detto, sarebbero stati uccisi. L'Osservatorio siriano per i diritti umani segnala anche scontri armati fra le forze turche e i combattenti curdi nella regione settentrionale siriana di Afrin.


Papa Francesco: "Non si combatte il male con il male". "In questi giorni il mio pensiero è spesso rivolto all'amata e martoriata Siria, dove la guerra è riesplosa, specialmente nel Ghouta orientale", ha esordito il Pontefice durante l'Angelus di oggi. "Questo mese di febbraio è stato uno dei più violenti in sette anni di conflitto: centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare. Tutto questo è disumano - ha scandito il Papa - Non si può combattere il male con altro male". "Pertanto rivolgo il mio appello accorato perché cessi subito la violenza, sia dato accesso agli aiuti umanitari - cibo e medicine - e siano evacuati i feriti e i malati. Preghiamo Dio che questo avvenga senza indugio", ha aggiunto Bergoglio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino