Parafrasando un famoso slogan degli anni '90: “Una telefonata allunga la vita, un selfie no”. Tre studenti universitari di Nuova Delhi, Moradabad e Faridabad sono morti...
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Yakub, Iqbal e Afzal, insieme ad Aneesh, tutti e quattro ventenni o poco più, si sono quindi fermati sui binari in posa per la foto, non accorgendosi dell'alta velocità di crociera del treno e non riuscendo a scappare prima dell'arrivo dei convoglio.
Il caso dei quattro ragazzi indiani è simile alla vicenda dell'adolescente americano Jared Michael il quale, però, ha visto la sua bravata concludersi in beffa. Accostatosi ai binari della ferrovia per attendere un treno in arrivo, ha ricevuto un calcio in faccia da parte del macchinista.
La moda del “daredevil selfie” è nata da un free climber russo, Alexander Remnev, il quale è diventato famoso per le foto in cui si ritrae scattarsi sulla cima dei più alti grattacieli del mondo, dalla Princess Tower di Dubai a Hong Kong e Mosca, e si è tragicamente diffusa fra i giovani. Solo nel 2014 almeno dieci persone sono morte tentando di scattarsi foto in condizioni estreme. Solo per rimanere in Italia, la sedicenne Isabella Fracchiolla è scivolata, nel giugno scorso, dal parapetto della Rotonda di Taranto cadendo fatalmente sulla scogliera sottostante, proprio cercando di farsi un selfie.
L'esibizionismo legato alla moda dell'autoscatto, da postare sui social network, può essere condizionato da un atteggiamento narcisistico con tendenze psicotiche. A dare questa definizione non è un utente stremato dall'innumerevole quantità di selfie sulla propria bacheca facebook, ma il professor Jesse Fox dell'Università di Ohio State. Lo studio si è basato su un campione di ottocento persone fra i 18 e i 40 anni, tutti maniaci dei selfie – stando ai loro profilo social – i quali hanno compilato diversi questionari riguardo comportamenti antisociali e oggettificazione di sé. Il risultato è che i tratti narcisistici comportamentali erano al di sopra della media, arrivando al livello di psicosi. E se Narciso morì per essersi visto riflesso in uno specchio d'acqua, i quattro ragazzi indiani sono morti per volersi rivedere in uno specchio virtuale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino