Un nuovo attacco hacker, simile al 'ramsonwarè WannaCry, ha colpito il mondo e in particolar modo l'Ucraina. Qui il contagio è stato «massiccio»...
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L'accusa, grave, è stata puntellata dalle parole del segretario del Consiglio di Sicurezza e della Difesa Oleksandr Turchynov: «Già dopo un'analisi preliminare del virus - ha dichiarato - si può parlare di una traccia russa». Pure la Russia, però, è stata colpita. Rosneft, la prima azienda petrolifera del Paese, ha visto il suo sito andare in tilt ed è dovuta passare ai sistemi informatici di riserva (non senza imbarazzo da parte della compagnia stessa). Altre società come Bashneft - ora parte di Rosneft dopo l'acquisizione dello scorso anno - Mars e Nivea sono state coinvolte. I danni però sembrano essere stati contenuti, specie al sistema bancario. In Ucraina gli hacker invece hanno picchiato duro, infettando ad esempio i computer del Consiglio dei ministri. Il virus - che stando ai servizi di Kiev, l'Sbu, era «già noto» (il 'Petyà) ma «modificato» - ha causato molti disservizi per quanto, come ha sottolineato Groysman, non è riuscito a penetrare le «infrastrutture vitali» del Paese.
Anche se a Chernobyl i sistemi di monitoraggio delle radiazioni sono «saltati parzialmente» e si è dovuto passare in modalità manuale.
Il Gazzettino