«Cari cari genitori...». La calligrafia è di un bambino sui 9, al massimo 10 anni. È la vittima 153, nel rapporto di Ulrich Weber. E nelle parole...
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Le 440 pagine presentate oggi nella città bavarese sono molto più di un buco della serratura per fare luce sullo scandalo di quel collegio: scorrendole si viene catapultati nel clima di terrore subito da centinaia di bambini e ragazzi, educati con metodi ormai sconfessati dal tempo e sottoposti a violenze, di più, in decine di casi, abusi e perversioni. Un capitolo del rapporto affronta sistematicamente le «forme di violenza» e le distingue in «fisica», «psichica», «sociale», «sessuale». Per ogni tipo vengono riportate tabelle e testimonianze, spesso semplicemente agghiaccianti. Ma rendono già molto bene l'idea anche i racconti della severità ordinaria dei religiosi, i resoconti della quotidianità.
Perfino la nostalgia veniva punita a Ratisbona: «Se uno aveva nostalgia era disobbediente», racconta un ex allievo. «La nostalgia andava spazzata via con le botte», aggiunge un'altra testimonianza. «In tre anni ho pianto ogni notte per ore, con la testa sotto il cuscino.
Il Gazzettino