OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
NEW YORK È l’ora della verità. A diciassette mesi dal rocambolesco arresto e l’inizio della carcerazione, questa mattina Ghislaine Maxwell farà il suo ingresso nella sala di tribunale di Manhattan presieduta dalla giudice Alison Nathan. La magistrata ha dieci anni in meno dell’accusata, è stata nominata da Obama, è sposata a un’altra donna e ha due figli piccoli, tutti elementi che potrebbero avere almeno un peso psicologico in un procedimento per pedofilia. La Maxwell, la dama nera di Jeffrey Epstein (al quale, secondo l’accusa, procacciava ragazzine), rischia 80 anni di carcere, deve infatti rispondere di sei capi di accusa: i primi quattro hanno tutti a che vedere con l’istigazione a far attraversare a delle ragazze minorenni i confini statali per divenire vittime di reati sessuali. Un retaggio del tempo in cui il passaggio delle frontiere tra stato e stato negli Usa garantiva l’impunibilità, ma anche un’aggravante che pesa sulla eventuale determinazione della pena. Gli altri due puntano direttamente al reato: tratta sessuale di minorenni e cospirazione per realizzarla.
LE COLPE
Epstein è il convitato di pietra di questo processo, anche se si è sottratto alla gogna impiccandosi a una brandina del carcere nel quale era stato rinchiuso due anni fa.
I LEGALI
I legali e i familiari della Maxwell da mesi denunciano il clima di pregiudizio che circonda il processo, e il peso di una condanna mediatica da tempo pronunciata che lo ha anticipato. Per loro la giustizia statunitense si è accanita contro Ghislaine, al punto di rifiutare ripetutamente di liberarla su cauzione in attesa del processo. Gli avvocati della difesa hanno denunciato un clima persecutorio che ha accompagnato la carcerazione: cibo avariato e scarso, sorveglianza continuata di giorno e di notte, isolamento continuo in una cella minuscola. Lontani sono il lusso delle ville di Miami, delle isole caraibiche e del Messico appartenenti ad Epstein, nelle quali sarebbero stati consumati alcuni dei reati. Lontano e tramontato è l’impero mediatico che il padre Robert aveva accumulato negli anni ’90, e che aveva fatto da trampolino alle ambizioni mondane della giovane figlia. Muti sono i grandi potenti del mondo che vantavano amicizia con Jeffrey e Ghislaine, e che ancora oggi tremano per le possibili complicazioni che questo processo potrebbe generare.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino