«Multe stradali, obbligo di pagarle in tutta Europa», lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue

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​«Multe stradali, obbligo di pagarle in tutta Europa»: lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue affermando che un Paese deve eseguire l'ammenda inflitta in un altro Stato Ue. Uno Stato membro dell'Ue, dunque, non può rifiutare il riconoscimento e l'esecuzione di una multa per un'infrazione stradale se la persona interessata ne è stata debitamente informata e ha avuto il tempo per presentare ricorso.


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Così ha stabilito la Corte di giustizia Ue pronunciandosi sul caso di un uomo destinatario di un'ammenda da 232 euro per un'infrazione stradale commessa nei Paesi Bassi dal conducente di un veicolo immatricolato in Polonia a suo nome. Infatti, conformemente al codice della strada dei Paesi Bassi, la responsabilità incombe alla persona a nome della quale il veicolo è immatricolato, salvo prova contraria.

L'uomo ha ricevuto a casa la notifica della multa ma non ha usato il periodo a disposizione per presentare ricorso, rendendo così la decisione definitiva. I Paesi Bassi hanno quindi chiesto alla giustizia polacca di riscuotere l'ammenda, ma davanti al giudice l'uomo ha affermato che, alla data dell'infrazione contestata, aveva già venduto il veicolo in questione e ne aveva informato il proprio assicuratore, ma non l'autorità responsabile dell'immatricolazione.

Secondo la Corte, nei limiti in cui la presunzione di responsabilità prevista dal codice della strada dei Paesi Bassi può essere invertita e nella misura in cui è dimostrato che il destinatario dell'ammenda avrebbe potuto presentare ricorso, la presunzione di responsabilità non può impedire il riconoscimento e l'esecuzione della decisione.
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Il Gazzettino