«Ma quale vacanza? Sì, va bene, qualche giorno di relax alla fine se lo sarebbe pure concesso, ma Carlo era andato in America per cercare lavoro, voleva cambiare...
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Nessuna vacanza, insomma, ma tanta voglia di andar via benché qui a Napoli avesse famiglia e lavoro. A voler dare ascolto a Angelo Cacace, amico di famiglia, alla base della decisione del giovane Carlo di acquistare un biglietto per gli Stati Uniti, ci sarebbe stato il desiderio di cambiare aria e soprattutto impiego. Il tassista come suo padre non voleva farlo più e la decisione, pare, avesse creato più di un problema in famiglia: «Cercava il business e ha trovato la morte - prosegue Angelo - che cosa sia successo prima o poi ce lo dovranno spiegare. Hanno parlato di rapina, ma i ladri gli hanno lasciato il cellulare, lo aveva ancora in tasca, e a me sinceramente sto fatto mi pare un poco strano».
Già, il telefonino, quello con cui la polizia americana ha comunicato alla moglie la tragica morte del marito. Hanno chiamato uno degli ultimi numeri rimasti in memoria, il telefono ha squillato nell'appartamento in via Santa Maria del Pianto dove Marigliano viveva con la famiglia, poche parole per descrivere l'accaduto, qualche domanda sulla sua vita privata e l'appuntamento quanto prima al dipartimento di polizia di Little Rock dove papà Ciro è arrivato prima possibile accompagnato dal marito della figlia: «Ci siamo scambiati qualche messaggio fino a stamattina (ieri, ndr) - racconta ancora Angelo - un uomo distrutto, continuava a ripeteva che Carlo avrebbe dovuto dargli ascolto, stare qui a Napoli e fare il tassista senza andare in giro a fare non si capisce bene che cosa». Una partenza organizzata da tempo, quella per gli Usa, un viaggio che avrebbe coinvolto anche la moglie e i due figli, di otto e tre anni, con cui Carlo Marigliano aveva appuntamento a Miami, l'11 agosto, per trascorrere qualche giorno di vacanza con loro in Florida: «Perché si trovasse in Arkansas, e che cosa Carlo facesse lì, proprio non lo so - aggiunge Angelo Cacace - e non lo sapeva nemmeno il padre: Carlo non glielo aveva detto che sarebbe andato pure a Little Rock. Speriamo che questa storia si chiarisca al più presto soprattutto per la famiglia che ha il diritto di conoscere la verità».
Intanto, è sempre dalla pagina del «Gatto napoletano» - dove papà Ciro si esibisce realizzando anche una serie di scherzi ripresi con il telefonino e messi in rete - che parte una richiesta di aiuto nel tentativo di mettere insieme la somma necessaria a pagare le spese per riportare il corpo del giovane tassista qui a Napoli. «Ci vogliono parecchi soldi - si legge nella nota di Lello&Angelo - Se te la senti, aiutaci anche tu e condividi questo post. Carlo ha lasciato due figli piccoli, una giovane moglie, un padre e una madre esemplari che hanno fatto, e continuano a fare, enormi sacrifici per tutti. Ciò che vi chiediamo è solo un piccolissimo contributo che per noi invece vale molto».
Tante le risposte e le offerte da parte del mondo social che segue la vicenda sulle bacheche dei parenti e degli amici della vittima. E spuntano anche una serie di video con cui un gruppo di colleghi tassisti fa le condoglianze alla famiglia e ricorda on line il giovane ucciso in America: «Carlo eri fantastico, avevi un cuore enorme, mannaggia che te ne sei andato. E a te, Ciro, una cosa la devi sapere: conta sempre su di noi, i tassisti napoletani non ti abbandoneranno mai». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino