Ha 4 mesi e un bacio la può uccidere: deve vivere in ambiente asettico

Ha 4 mesi e un bacio la può uccidere: deve vivere in ambiente asettico
Piccola e fragile come una bolla che potrebbe essere uccisa da un semplice bacio. Ariella ha solo 4 mesi ma è già in pericolo di vita, la bambina ha infatti bisogno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Piccola e fragile come una bolla che potrebbe essere uccisa da un semplice bacio. Ariella ha solo 4 mesi ma è già in pericolo di vita, la bambina ha infatti bisogno di un trapianto di midollo a causa di una malattia genetica molto rara con la quale è nata.





La bimba soffre di immunodeficienza combinata grave (SCID), il che significa che il suo sistema immunitario è totalmente inesistente. La madre, la 27enne Cassidy-Loren Andrews di Nottingham, nel Regno Unito, ha deciso di raccontare la storia della sua bambina e ha fatto conoscere, momento dopo momento, quello che lei e la sua famiglia stanno passando. Le prime settimane dopo la diagnosi la bambina è rimasta in una stanza sigillata in ospedale sotto terapia antibiotica. I primi giorni la stessa mamma doveva indossare guanti, maschera e camice prima di abbracciarla, ora le cose vanno meglio, ma resta sempre debole.

«Ora siamo qui, siamo in una stanza con l'aria filtrata, così posso baciarla e coccolarla di nuovo. Trascorro ogni giorno con lei qui», ha detto la mamma a Metro. I medici stanno facendo analisi sui familiari per capire se qualcuno di loro può essere un donatore. La bambina non ha mai visto il sole, non è mai stata al parco, non ha potuto vivere quello che ogni bimba della sua età vivrebbe con la sua famiglia, motivo per cui la speranza di una pronta guarigione è legata anche al fatto di poterle far vivere il prima possibile una vita normale.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino