ROMA È del tutto normale che i dati statistici, compresi quelli sul prodotto interno lordo, vengano rivisti, anche in modo piuttosto sensibile. Ma i nuovi numeri comunicati...
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Il comunicato dell'istituto di statistica è stato festeggiato da governo e maggioranza, dal premier Gentiloni al ministro dell'Economia Padoan fino al segretario del Pd Renzi. La soddisfazione è comprensibile perché le nuove cifre accorciano le distanze tra il nostro Paese e gli altri (0,5 e 1,7 sono le variazioni percentuali medie, congiunturale e trimestrale, nell'area dell'euro) e rendono possibile - se non probabile - un risultato finale per l'intero 2017 al di sopra dell'1 per cento e forse anche delle stime del governo che indicano un +1,1. Guardando indietro, il risultato tendenziale è il migliore dal quarto trimestre del 2010.
IL FATTORE ANOMALO
Come fanno però notare diversi analisti, a partire da Paolo Mameli di Intesa Sanpaolo, l'andamento rilevato dall'Istat è condizionato da un fattore anomalo, ovvero il forte aumento delle scorte, cresciute dello 0,4 per cento quindi in misura corrispondente all'intero progresso congiunturale del prodotto. Il fatto che le imprese abbiano riempito i propri magazzini può essere di per sé un segnale positivo, che però potrebbe tradursi in un rimbalzo di segno opposto nella seconda frazione dell'anno. Sempre dello 0,4 per cento sono cresciuti i consumi finali nazionali (famiglie e pubblica amministrazione) mentre gli investimenti hanno evidenziato una leggera tendenza negativa (-0,2 per cento). Negativo (-0,2 per cento) anche il contributo della domanda estera netta.
Esaminando i risultati dei diversi settori, in termini di variazione del valore aggiunto, rispetto al trimestre precedente sono cresciuti servizi e agricoltura mentre è arretrata l'industria, che su base annua mostra un progresso pari alla metà di quello dei servizi (0,6 per cento contro 1,2). In particolare, sempre in termini tendenziali, spicca all'interno dei servizi l'andamento positivo di commercio, alberghi, trasporti e comunicazioni (+1,8%).
I TRASFERIMENTI
Ieri l'istituto di statistica ha diffuso anche i dati su compravendite immobiliari e mutui (ricavati dall'attività dei notai) in questo caso relativi al quarto trimestre dello scorso anno e all'intero 2016. Nella media annua il mercato immobiliare fa segnare una buona ripresa con i trasferimenti immobiliari in crescita del 17 per cento rispetto al 2015. Le compravendite sono state in totale 728.817. Il progresso coinvolge tutti i settori, dall'abitativo all'economico. Nel 2016 sono aumentati della stessa percentuale, 17 per cento, anche i mutui e gli altri finanziamenti immobiliari. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino