TREVISO - La data in cui sarà proclamata la fusione delle associazioni territoriali Confindustria Padova e Unindustria Treviso è molto probabilmente quella del 15...
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«Ma il presidente di Padova, Massimo Finco, ed io - ha concluso - facciamo parte di quelli che non riescono a stare fermi perché siamo condottieri visionari».
Con un bacino di 3400 aziende in salute, quella di Padova-Treviso sarebbe la seconda potenziale associazione in Italia per forza economica.
«La decisione la prenderanno insieme gli associati di Padova e Treviso che sono sovrani - dice il presidente padovano Massimo Finco - noi stiamo lavorando per dare corso al pieno mandato che ci hanno affidato nelle Assemblee del 15 giugno scorso per la messa a punto di un progetto per l'integrazione. Mese in più o in meno poco importa, entro la prossima estate vogliamo mettere a disposizione un progetto dettagliato, ma soprattutto dare da subito i vantaggi di una maggiore integrazione in termini di più forte rappresentanza, rete più stretta con i player più dinamici, come Milano e l'Emilia, ancora più qualità ai servizi. Siamo convinti che il viaggio in questo caso è altrettanto importante della meta a cui puntiamo. Il nostro territorio dimostra ancora una volta di essere un laboratorio in cui si può cambiare.
Rispetto al ruolo di Confindustria Veneto e del suo presidente, Matteo Zoppas, in una tale prospettiva, Finco aveva detto che «con Zoppas o senza Zoppas, con Finco o senza Finco, qui le cose bisogna farle».
Ed è proprio la disponibilità il nodo che da sempre rende improbo un gioco di squadra negli ambienti confindustriali. Ne sa qualcosa la stessa alleanza Padova-Treviso che fino a due anni fa vedeva anche Vicenza avviata sulla strada di integrare le singole specializzazioni e i servizi nell'ambito di un sistema aperto per condividere l'assistenza nell'internazionalizzazione, nell'innovazione, nell'accesso al credito e molto altro.
VICENZA ESCLUSA - Poi Vicenza si è chiamata fuori, abbandonando il percorso e preferendo proseguire in solitudine come da consolidata tradizione locale. Irrinunciabile, invece, per le altre due, che sono decise ad aumentare il proprio peso nelle decisioni. L'ottica è quella di eliminare le barriere geografiche per gli associati, e valorizzare il più possibile le singole competenze. «Noi andiamo avanti», chiarisce Finco, il quale anzi rilancia: «Due grandi associazioni confindustriali venete protagoniste dello sviluppo dei rispettivi territori gettano il cuore oltre i confini provinciali. Una visione coraggiosa e responsabile, che la presidente Maria Cristina Piovesana ed io condividiamo e che guarda anche oltre, alla dimensione regionale della rappresentanza, come dimensione minima necessaria per contare e per far pesare la voce delle nostre imprese, a Roma e a Bruxelles».
La decisione era stata presa nel giugno scorso sulla scorta della fusione avvenuta con successo tra le associazioni di Venezia e Rovigo. «Ci siamo dati come scadenza dicembre 2017, al massimo gennaio 2018», dicevano prima dell'estate i presidenti di Padova e Treviso. Ma il percorso non è semplice, anche tecnicamente: perciò ecco ora l'annuncio di Piovesana che fissa il traguardo a giugno 2018. Un fidanzamento di un anno esatto, poi il matrimonio destinato a cambiare molto nei pesi di Confindustria sia a livello regionale che nazionale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino