Subsonica, salpa stasera da Jesolo "Una nave nella Foresta" hi-tech

Subsonica, salpa stasera da Jesolo "Una nave nella Foresta" hi-tech
JESOLO - I Subsonica scelgono ancora Jesolo per aprire un loro tour. Accadrà stasera al PalaArrex festeggiando Halloween in un tripudio di luci e tecnologie futuristiche. Lo...

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JESOLO - I Subsonica scelgono ancora Jesolo per aprire un loro tour. Accadrà stasera al PalaArrex festeggiando Halloween in un tripudio di luci e tecnologie futuristiche. Lo "scherzetto" - spiega il cantante Samuel Romano - è scegliere di sperimentare «per la prima volta in Italia e la seconda nel mondo perchè l’hanno già fatto i Radiohead, un palco interamente illuminato da led a con un impatto ambientale inferiore del 30 per cento. Ci piace sperimentare anche a livello tecnologico».


Cosa cambia rispetto alle luci normali?

«In realtà svantaggi pochi. La luce è appena un po’ più fredda e per questo consuma meno ma ti dà la possibilità di fare piani illuminati più grande. Una parte palco è fatta solo da led ed è illuminata da sotto, così come avremo schermi mobili e persini abiti a led usati come schermi».

L’impatto musicale sarà al risparmio anch’esso?

«Sicuramente no! - ride Samuel - Ma sarà molto legato al nuovo album. Essendo la prima data del tour del nuovo disco lo show avrà una spina dorsale di nostri brani vecchi ma dovrà tener conto che il nuovo lavoro è piaciuto tantissimo e chi l’ha comprato vuole ascoltare i nuovi brani. È sempre più complicato fare la scaletta dopo sette album perchè non puoi suonare sei ore per accontentare tutti! Ma credo che "Una nave in una foresta" sia uno dei pochi album di cui suoneremo dal vivo la quasi totalità dei brani. Di "Microchip Emozionale" lasciammo fuori tre o quattro pezzi dal live, questa volta invece li abbioamo preparati quasi tutti».

Si dice che gli album siano morti, uccisi dai singoli...

«Si dice ma siamo in controtendenza e stupiti dall’unanimità dei consensi».

Il titolo del disco mi ricorda molto Herzog e il suo film "Fitzcarraldo".

«Ci si può ritrovare anche in Herzog. Quel film era il desiderio di superare ogni avversità umana, voler far stare una cosa che non ci sta, una nave, e farla passare attraverso una foresta, e racconta molto degli esseri umani. Lo stimolo parte da un detto piemontese sull’inadeguatezza, il fuori luogo. Ma i personaggi dell’album lo superano con energia e voglia di farsi valere».

Anche questo è in contortendenza in un momento in cui sembrta che tutto debba arrivare dalla provvidenza.

«Sì è una rivoluzione culturale ed emotiva del modo in cui ci si aspetta di essere salvati. Oggi abbiamo capito che le persone si salvano da sole e l’unico modo per superare questo periodo è capire che l’unica salvezza siamo noi stessi. La nostra musica ce la siamo inventata inventata noi attraversando molte foreste e ogni volta ci confrontiamo con un meccanismo esterno che solo noi sappiamo capire e superare. Conosco chi dopo l’università era certo di trovare lavoro e invece è disoccupato, mentre noi lavoravano alla musica».

Che succede nella musica oggi?


«Mi sembra che siamo a prima degli anni Novanta quando in radio ascoltavo cose senza nessuna ricerca o costruzione e poi entravo in un club e vedevo ragazzini eccezionali che suonavano in tutto il mondo. Si ricreando una specie di underground anni Sessanta che magari fra un po’ esploderà. Nessuno sarà mai stanco del bello».

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Il Gazzettino