PADOVA - «Un termometro, vetrini da microscopio: il Premio Campiello di anno in anno intercetta l’evoluzione della patologia italica, tanto che i voti qui sono...
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Eccoli i finalisti del concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello - Confindustria Veneto, decretati ieri nell’aula Magna dell’Università di Padova. La finale se la contenderanno Stefano Massini, schizzato subito in testa, passato al primo turno con 8 voti con “Qualcosa sui Lehman” (Mondadori), seguito a ruota da Mauro Covacich, 7 voti per la sua “La città interiore” (La nave di Teseo) a parimerito con Alessandra Sarchi, autrice de “La notte ha la mia voce” (Einaudi). Ci sono voluti un secondo e un terzo turno invece per incoronare Donatella Di Pietrantonio, 6 voti per la sua “L’Arminuta” (Einaudi), idem per Laura Pugno e “La ragazza selvaggia” (Marsilio). Fuori per un soffio, primo dei non eletti, l’avvocato veneziano, con studio legale a Padova, Giovanni Montanaro e il suo “Guardami negli occhi” (Feltrinelli). Vincitrice del Premio Campiello Opera Prima - riconoscimento attribuito dal 2004 a un autore al suo esordio letterario - è risultata Francesca Manfredi per il romanzo “Un buon posto dove stare” (La nave di Teseo).
Fin da subito i giurati si sono sintonizzati sulle medesime frequenze, regalando poche speranze agli esclusi. A consuntivo, gran peso hanno giocato l’impressione generale, la percezione, il sentire. «270 libri da leggere sono un’enormità, alla fine li si prende e li si annusa: il chè - ha argomentato realisticamente Daverio - punisce chi non sa usare bene l’introduzione». Il Campiello si conferma un «decisivo osservatorio sullo stato della nostra letteratura», per dirla con Zinato, e fa «da legante tra cultura e impresa tramite la letteratura - ha aggiunto Matteo Zoppas, presidente della Fondazione Campiello (Confindustria Veneto) -. Non c’è cultura senza impresa, non c’è impresa senza cultura. E gli imprenditori con la cultura pensano, creano e innovano». Del resto il Campiello ha contribuito a rivelare con trasparenza e autonomia autori e romanzi che hanno fatto la storia della narrativa italiana, da Levi a Soldati, da Sgorlon a Rigoni Stern. «Ho letto tanto, ho letto bene e mi sono divertita. Ora, dopo il consueto tour letterario, toccherà alla Giuria dei Trecento lettori giungere al verdetto finale. Perché il Campiello - ha tirato le somme la presidente Ottavia Piccolo - si distingue per essere un premio dal giudizio popolare». Il vincitore sarà proclamato sabato 9 settembre a Venezia sul palco del Teatro La Fenice. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino