Il viaggio di Gonzalo Rubalcaba, dal jazz alle atmosfere cubane

Gonzalo Rubalcaba (foto Rosa)
MESTRE - Un musicista raffinato, che ha trasformato la sua variegata esperienza nel campo del jazz in un linguaggio per certi versi nuovo. È stata una serata ricca di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
MESTRE - Un musicista raffinato, che ha trasformato la sua variegata esperienza nel campo del jazz in un linguaggio per certi versi nuovo. È stata una serata ricca di sorprese quella di martedì al teatro Toniolo di Mestre dove il pianista cubano Gonzalo Rubalcaba, 55 anni, ha delineato un affascinate percorso sonoro nel quale a tratti emergevano elementi più marcatamente jazz e in altri armonie cubane. A sorprendere, infatti, è stato questo continuo gioco di rimando caratterizzato da un fraseggio essenziale, a volte quasi sussurrato, che di fatto non faceva che rafforzare il senso delle preziose ed efficaci melodie.

Cresciuto al fianco di Charlie Haden alla fine degli anni Ottanta, il pianista dell’Avana ha seguito l’esempio dell’indimenticabile contrabbassista statunitense eliminando ogni ridondanza ed ogni asprezza e concentrandosi così su un fraseggio davvero delicato. Con questo stile Rubalcaba ha quindi proposto un’improvvisazione jazz corposa e al tempo stesso mai banale arricchita da evidenti echi classici che sono via via emersi in ogni brano.
Ma la parte più interessante, come era facile prevedere, è quando il musicista ha riproposto alcuni temi di “Nocturne”, l’album firmato insieme a Charlie Haden nel quale l’atmosfera notturna dell’Avana si colora delle tenui tinte della musica popolare cubana di inizio Novecento. Il pubblico ha apprezzato con entusiasmo questo raffinato itinerario ottenendo tre bis di elevato impatto. L’unico rammarico è rappresentato dal fatto che solamente duecento spettatori hanno assistito a questa emozionante performance (che ha chiuso l’articolata rassegna del Venezia festival) di una delle figure di spicco dell’attuale scena jazz internazionale.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino