Festival di Nizza, la creatività senza confini dei grandi del jazz

Il concerto di Michel Portal a Nizza
NIZZA È uno dei festival estivi più importanti d’Europa. Una lunga tradizione musicale che quest’estate è definitivamente decollata dopo le...

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NIZZA È uno dei festival estivi più importanti d’Europa. Una lunga tradizione musicale che quest’estate è definitivamente decollata dopo le restrizioni della pandemia. Il festival jazz di Nizza da sempre si caratterizza come una sorta di termometro della scena internazionale, proponendo i nomi di spicco, ma soprattutto le produzioni più accattivanti nei vari territori sonori.

Cinque intense serate a due passi dalla Promenade des anglais che prevedono ogni giorno ben sei artisti, dalle 19 fino a oltre mezzanotte, in due distinte arene allestite proprio per l’occasione. La formula funzione bene e nell’ultima serata si è registrato il tutto esaurito. Poco dopo le 20 è stato Michel Portal, decisamente a proprio agio nella sua Francia, a rimarcare il valore e l’attualità della sua costante ed elegante sperimentazione tra i vari continenti. Il clarone di Portal (che in alcuni casi ha sostituito con il sax soprano) ha dato vita ad un riuscito sentiero sonoro con tappe in Armemia e Cuba che hanno messo in luce, prevalentemente, l’affascinante fraseggio del polistrumentista di Bayonne. Classe 1935, Portal mantiene alto il valore del jazz francese, sempre lontano da banalità e costantemente a caccia di stimoli. 
Proprio per la particolare conformazione della rassegna, può capitare di uscire dall’emozionante performance di Portal e sentire avvicinarsi, solo a qualche decine di metri di distanza, il tormentato fraseggio del basso di Marcus Miller, uno dei nomi più importanti della kermesse. Come al solito Miller è alla testa di una band potente che spazia con disinvoltura dal funky al jazz elettrico con ripetute virate soul. Imponente nel suo linguaggio che si misura nelle composizioni di vari decenni (come nell’imperdibile “Tutu”), Miller ha dato vita ad un set accattivante, caratterizzato da una foga tale che, ad un certo punto, probabilmente senza accorgersi, il virtuoso statunitense ha staccato il jack dell’amplificatore del suo basso. Proseguendo, poi, con una naturalezza invidiabile. 


In un festival normale potrebbe terminare qui ma a Nizza, al contrario, il gran finale è stato assegnato nientemeno che a Iggy Pop in un crescendo artistico e musicale che, effettivamente, altrove è un po’ raro incrociare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino